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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2010 alle ore 14:57.

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L'evento di oggi al Museo di Arte moderna di San Francisco (in programma alle 18.30 ora italiana e trasmesso in webcast su YouTube) non aggiungerà nulla di più a quanto si è detto e scritto nelle ultime settimane. Google infatti terrà a battesimo, così dicono i portavoce della casa californiana, "un'importante innovazione relativa all'infrastruttura tecnologica alla base del proprio motore di ricerca" e stando a quanto si è appreso annuncerà "Goggles", applicazione di search per immagini. Il menu che stanno preparando per Natale a Mountain View va però ben al di là della specialità con la quale la società californiana ha scalato le vette dell'universo hi-tech.

Tv e musica, infatti, sono le due nuove ambizioni di Google e rappresentano, a giudizio di vari esperti ed analisti, il guanto di sfida totale ad Apple ed al suo ecosistema. Lo store musicale che farà concorrenza ad iTunes - il negozio della Mela cattura circa il 70% delle vendite di brani digitali negli Stati Uniti e vanta oltre 160 milioni di utenti in 23 Paesi - e che si dovrebbe chiamare Google Music Store è in procinto di aprire i battenti prima delle festività natalizie. Le trattative con le major del disco sono quindi febbrili - occorre definire i termini degli accordi di licenza d'uso delle canzoni e dei video protetti dal "lucchetto" digitale Drm (Digital rights management) – e di pari passo si stanno perfezionando le funzionalità operative del servizio. Che secondo i rumors della Rete sarà logicamente aperto a tutti i dispositivi mobili basati su Android – in quest'ottica antagonisti diretti di iPhone e iPad - e sfrutterà le tecnologie alla base del motore di ricerca proprietario.

Il progetto è stato affidato ad Andy Rubin, vice presidente di Google e "cervello" del sistema operativo mobile del colosso californiano (la cui versione 3.0 sarà rilasciata in autunno) e sarebbe proprio una sua precisa scelta quella di abilitare il negozio on line per il download a servizio "cloud based", in abbonamento, attraverso il quale poter riprodurre in modalità streaming i file multimediali direttamente sugli smartphone e sui tablet androidi e non si conoscono ancora i dettagli ufficiali del progetto. connessi in Rete. Che impatto potrà avere la discesa in campo di Google nella musica digitale è ovviamente presto per dirlo; c'è chi fa notare, riconoscendo le enormi potenzialità della regina dei motori di ricerca, che anche Amazon aveva tutte le credenziali per sfondare ma il suo store per la vendita di canzoni ha conquistato poco più del 12% del mercato. Come dire: il successo di "big G" non è scontato e dall'altra parte della barricata c'è una rivale che al momento non sembbra sbagliare un colpo. L'ultimo servizio di social network lanciato da Apple per seguire e condividere con gli amici le novità degli artisti preferiti, Ping Social Music Discovery, è stato utilizzato da oltre un milione di utenti iTunes in meno di 48 ore; la risposta di Google in tal senso potrebbe essere "Google Me, soprattutto se questo fosse strettamente integrato con il nuovo store musicale e con YouTube. In definitiva sfida senza esclusione di colpi, che troverà presto un ulteriore campo di battaglia nel piccolo schermo televisivo.

Tv e servizi on demand, ma la "vera" guerra sarà per la pubblicità
La Google tv, la nuova televisione via Web che vede in Sony e Intel due partner eccellenti, sarà disponibile negli Stati Uniti in autunno e nel 2011 anche in Europa. Lo ha confermato di persona all'Ifa di Berlino (ieri) il Ceo Eric Schmidt, dando un po' di sostanza a quello che sarà un passaggio importante nella strategia della casa californiana in campo media: si navigherà in Rete via browser (Chrome) e si accederà a un'ampia gallery di contenuti video, gratuiti e a pagamento. Proprio la possibilità di offrire on demand show Tv e film in prima visione è l'altra faccia dell'offensiva televisiva di Google: la società è infatti in discussione con le grandi firme dell'industria dell'entertainment per predisporre un servizio di "pay per view" in streaming (con costi, si dice, nell'ordine dei cinque dollari per singolo titolo) appoggiato su YouTube. Che sia anche questa una riposta all'ultima trovata di Steve Jobs – la nuova Apple Tv e la possibilità di scaricare spettacoli televisivi e film da iTunes rispettivamente a 99 centesimi (servizio attivo solo negli Usa) e a 4,99 dollari – è fuor di dubbio. Ma Google, su questo fronte, se la dovrà vedere non solo con la società della Mela.
All'Ifa Sony ha presentato nei giorni scorsi la nuova piattaforma Qriocity per offrire attraverso tutti i suoi prodotti (Tv Bravia, sistemi di home theatre, lettori Blu Ray, playstation 3) il noleggio on demand, sempre in streaming via Internet, di un'ampia collana di film e programmi Tv. Amazon sarebbe pronta a fare lo stesso, entrando in campo in tempo per Natale con un servizio "Web-based" per l'accesso illimitato a film e programmi in streaming, tramite specifico abbonamento e su pc, televisori con connessione Internet, lettori Blu-ray e la console Xbox 360 di Microsoft. Di questa partita fanno quindi parte anche specialisti dei media digitali come NetFlix e Hulu, assai popolari negli Stati Uniti. Per tutti c'è un obiettivo a cui tendere, ben più sostanzioso del business legato alle vendita e al noleggio di film e show: quello della pubblicità televisiva, una torta che vale su scala mondiale circa 180 miliardi di dollari. Una torta su cui Apple e Google vogliono ovviamente metterci le mani.

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