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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2011 alle ore 10:05.

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Nel 2010 venduti 1,6 miliardi di cellulari, un quinto sono smartphoneNel 2010 venduti 1,6 miliardi di cellulari, un quinto sono smartphone

Numeri da capogiro. La fotografia che Gartner ha scattato del mercato globale dei telefonini regala un messaggio esplicito: il 2010 dell’industria mobile si è chiuso in attivo, in virtù di un venduto di 1,6 miliardi di unità e di un conseguente incremento anno su anno del 31,8%. Il 2009, non va dimenticato, è stato l’anno della crisi, di consumi che si sono appiattiti in molti settori dell’economia, ed era quindi scontato che il bilancio degli ultimi dodici mesi fosse in attivo. Ma di crescita molto robusta si può lecitamente parlare, anche grazie alle ottime risultanze della stagione natalizia, con oltre 450 milioni di apparecchi venduti da ottobre a dicembre. Detto questo, gli analisti di Gartner hanno però evidenziato come, ancora per tutto il primo semestre di quest’anno, permarrà il problema dello “shortage” di alcuni componenti chiave (schermi Amoled, per esempio), che la prevista esplosione dei media tablet potrebbe ulteriormente acuire.

I cellulari vanno comunque sempre di moda e a dare lustro e linfa a questo comparto sono stati,  come da parecchi trimestri a questa parte, gli smartphone. La domanda di telefonini intelligenti è cresciuta del 72% rispetto al 2009 per complessivi oltre 296 milioni di pezzi finiti nelle tasche di consumatori e professionisti, rispetto ai volumi di vendita totali, la fetta coperta da iPhone e simili è stata pari al 19%. La particolarità, attuale, di questo segmento sta nel fatto che le vendite rimangono concentrate nei mercati maturi, con Europa Occidentale e Nord America in particolare a distinguersi per aver catturato oltre il 53% della domanda nel quarto trimestre dell’anno

Fra i sistemi operativi per smartphone, il botto lo ha messo a segno come ampiamente previsto Android, che sale al secondo posto assoluto, dietro Symbian e davanti a Rim e all’iOs di Apple, accaparrandosi una quota delle vendite pari al 22,7%. Rispetto al 3,9% dell’anno passato, l’incremento è dell’889% e Google deve ringraziare soprattutto Htc (con la famiglia Desire, Incredible ed EVO), Samsung (per i Galaxy S) e Motorola (per i Droid X e Droid 2). Il vantaggio di Symbian, che si porta a casa il 37,6% del mercato dei sistemi operativi per i super telefonini, si è di conseguenza assottigliato sensibilmente e fa specie in tal senso rilevare come nel computo del quarto trimestre le vendite di smartphone androidi abbiano superato quelle degli apparecchi a marchio Nokia. Solo grazie alle (modeste) quantità immesse sul mercato dai produttori ancora legati a Symbian (Fujitsu, Sharp, Sony Ericsson e Samsung) il sorpasso di Android non si è ancora materializzato.

Il bilancio complessivo del 2010 per i produttori vede vincitori e vinti. Fra i primi spiccano i nomi illustri di Research in Motion e Apple (salite rispettivamente al quarto e al quinto posto del ranking mondiale), cui si affiancano quelli della taiwanese Htc e dei produttori cinesi Huawei e Zte: sono questi i cinque vendor della top ten stilata da Gartner ad aver migliorato la propria quota di mercato rispetto all’anno precedente. A perdere terreno, sempre in fatto di market share, sono state invece Nokia, Samsung e Lg Electronics – confermatesi comunque sui primi tre gradini del podio – e quindi Sony Ericsson e Motorola.

Per Carolina Milanesi, research vice president di Gartner, il quadro di sintesi è chiaro: la crescente pressione per ridefinire le strategie in campo smartphone hanno fatto perdere terreno ai produttori - leggi Nokia e Lg, le cui quote di mercato sono scese rispettivamente dal 36,4 al 28,9% e dal 10,1 al 7,1% - ancora alla ricerca della strada maestra da seguire nei super cellulari. Quanto ad Apple, gli oltre 46 milioni di iPhone spediti nel mondo nel corso del 2010 (da 185 diversi operatori telco) rappresentano un salto in avanti in volumi dell’87.2% rispetto al 2009 e ora la sfida da vincere per la casa della Mela, secondo gli analisti, è quella di saper mantenere stabile il prezzo medio di vendita dei melafonini.

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