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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2011 alle ore 06:52.

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Anche se le web app incalzano e recalamano attenzione, gli application store possono stare tranquilli ancora per un bel po' di tempo. Non troppo, perché il modello a "giardino recintato" inizia a essere impegnativo per l'industria e gli utenti. Oggi ogni sistema operativo per smartphone ha un suo insieme chiuso di software accessori: sono gli application store, per nulla interoperabili tra loro. Il fatto che un'applicazione sia disponibile su più negozi è dovuto all'impegno dello sviluppatore che l'ha scritta nei vari linguatti delle diverse piattaforme. Anche se esistono strumenti tutto sommato affidabili per portare in modo automatico una app da un Os all'altro, il lavoro di post produzione è ancora abbastanza impegnativo. Sì, perché un app da installare per sua natura deve integrarsi alla perfezione con il dispositivo a cui è rivolta. Dunque offre un'esperienza d'uso spesso e volentieri più completa e avvincente di una web app.
Un dato è poi interessante: il 43% degli italiani scarica release gratuite. Un altro vincolo degli store è che, come nel caso di Apple, è obbligatorio inserire la carta di credito per completare l'iscrizione. Ciò non ferma lo scaricamento: il 22 gennaio i dispositivi iOS (iPhone, iPod touch e iPad) hanno superato la quota di 10 miliardi di download. Ma il futuro è segnato: le applicazioni, come gli altri sevizi, dovranno essere portabili. Una app acquistata da un market dovrà essere scaricabile anche da un altro di un Os differente, senza pagare due volte. Vallo a spiegare a chi oggi dall'ecosistema chiuso ammortizza gran parte dei costi: l'App Store della Mela morsicata ha fatturato circa 1,8 milardi di dollari nel 2010; la somma degli altri arriva a 300 milioni di dollari.

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Il prezzo della semplicità
Apple App Store. Il più famoso application store vive sull'offerta per dispositivi con iOS (iPhone, iPod touch e iPad). Il 30% del prezzo arriva ad Apple; il 70% finisce allo sviluppatore. Per creare app bisogna essere registrati e sottoporre l'applicazione all'approvazione. Tra top ten, vetrine, proposte e un efficiente motore di ricerca, l'App Store è uno dei più semplici nonostante l'ampia offerta di software.
PROGRAMMI IN STORE
oltre 350.000
In forte crescita
Android Market. Uno dei negozi di app in forte crescita, anche in virtù dell'imminente estensione ai tablet. La procedura di pubblicazione è semplificata rispetto allo store di Apple. Ospita programmi gratuiti e a pagamento: il 70% del prezzo è intascato dal creatore dell'app; la parte rimanente suddivisa tra gestori e intermediari. Recentemente ridisegnato, è ora più semplice navigare nelle liste di applicazioni. Eccellente il motore di ricerca, uno dei più precisi.
oltre 200.000
«Try and Buy»
Microsoft Windows Phone Marketplace. L'unico che propone lo schema del "try and buy" ereditato dal mondo pc: si può provare la demo per un periodo limitato di tempo e acquistarla. Il numero di app è in continuo aumento, sia quelle gratuite sia a pagamento (gli sviluppatori come compenso ricevono fino al 70% del prezzo). La realizzazione delle app è semplificata dall'omogeneità dell'hardware dei telefoni con Phone 7. Marketplace risulta piuttosto ricco, ma la semplicità di ricerca dei software è solo nella media perché non è immediato scovare ciò di cui si ha bisogno.
oltre 9.000
Si paga in bolletta
Ovi Store. L'application store per Symbian offre una serie di strumenti gratuiti per pubblicare software realizzati con il "fai da te". In Italia è anche possibile pagare con addebito sul conto telefonico. In questo caso allo sviluppatore viene restituito il 60% dell'importo. Per pagamenti con carta di credito si riceve il 70% di retribuzione. L'Ovi Store è uno dei pochi navigabili anche dai telefonini con i tasti, quindi non solo via touchscreen. Si apprezza anche lo sforzo fatto da Nokia per semplificare la ricerca delle app.
oltre 30.000
Sostanza e poco svago
BlackBerry App World. Nato per i modelli non touch, App World si è recentemente rinnovato con l'arrivo di BlackBerry Os 6. Gli sviluppatori devono versare una quota per poter pubblicare un dato numero di app, che possono scegliere di prezzare da 0,99 a 999,99 dollari (convertiti nella valuta locale). I pagamenti si possono effettuare anche via PayPal. La selezione di software è in linea con l'utente dei BlackBerry: ricercate, tutto sommato poche quelle d'evasione. La navigazione è discreta, complice anche una traduzione in italiano non sempre precisa.
oltre 20.000

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