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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2011 alle ore 06:53.

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Jeff Bezos, CEO DI AMAZON, HA ATTIVATO IL SERVIZIO PER SCARICARE MP3 E FILM Si muove anche in Italia il modello dell'over-the-top tv, cioè contenuti televisivi premium trasmessi via internet da soggetti diversi dagli operatori telefonici. La sfida tecnologica per il fornitore è garantire un'adeguata qualità del servizio pur non controllando la rete banda larga dell'utente. A riguardo, il momento di discontinuità in Italia è stato la settimana scorsa, con il lancio di Mediaset Net Tv: un set top box digitale terrestre, collegato all'Adsl, porta in tv film e vari contenuti (tra cui i programmi già trasmessi), in streaming. È originale in Italia anche il modello di offerta: gratis per gli abbonati a Mediaset Premium (tranne i film appena usciti in dvd). Lo streaming di video premium comincia infatti a presentarsi al pubblico come servizio a valore aggiunto, all'interno di altre offerte. Stessa scelta per Amazon, che ha appena incluso lo streaming di 6mila film nell'abbonamento Prime. Il prossimo passo verrà da Sky, entro l'anno: come già nel Regno Unito, offrirà in Italia alcune centinaia di film in video on demand via internet, tramite il decoder MySky Hd (già nelle case del 30% della clientela).
Sarà interessante vedere quali soluzioni si imporranno per migliorare la qualità del servizio. Mediaset, così come Sky nel Regno Unito, usano Content delivery network (Cdn), «una tecnologia ormai comune per gli over the top e usatissima da Netflix, il principale fornitore di film via internet negli Usa, spiega Gerard Kaufhold, analista di In-Stat. Con una Cdn, i contenuti sono distribuiti in vari datacenter, connessi direttamente con il punto dove gli operatori scambiano il proprio traffico. Serve a ridurre la distanza internet rispetto all'utente. Problema: le Cdn da sole non danno un servizio perfetto e quindi sono spesso affiancate dalla tecnologia Edge Server, grossi hard disk (cache) con i contenuti più richiesti e posti in luoghi vicini agli utenti, spesso nella centrale telefonica di zona». «Gli Edge Server sono però costosi, tanto che Netflix ancora non li usa. Ecco perché fanno strada soluzioni alternative», aggiunge Kaufhold. Un esempio è la tecnologia di Jetstream, che colloca i contenuti più richiesti su un computer non dedicato, all'interno della centrale. Il vantaggio è che non richiede l'acquisto di hardware. Oppure EdgeWare, i cui Edge Server sono con memorie allo stato solido (invece che hard disk) e possono essere collocati al l'esterno, per esempio sui tralicci del telefono. La tecnologia P2p delle piattaforme web tv Joost o Babelgum segue una filosofia analoga a questa: archivia i contenuti sui pc degli utenti. «È più economico ed efficiente creare la cache negli hard disk dei set top box degli utenti, invece che metterla nelle centrali. Soprattutto nel caso di una rete complessa come quella italiana – dice Stefano Quintarelli, tra i maggiori esperti di internet –. Lo fa già Cubovision di Telecom Italia. Riceve in modo silente, via internet, i contenuti dai server di Telecom. Se l'utente vuole vederne uno già scaricato sul set top box, non deve più preoccuparsi degli alti e bassi della banda». È un modello già usato da Mediaset e Sky per i video on demand via digitale terrestre e satellitare, dove la banda è molto limitata. Ma potrebbe rivelarsi l'antidoto alle congestioni di traffico anche per i servizi di streaming via Adsl. Un'evoluzione prevedibile: permettere al l'utente di personalizzare la cache del set top box e quindi scegliere i film da archiviare lì.

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