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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2011 alle ore 16:37.

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I social media nelle piccole aziende: si usano ma (spesso) senza sapere perchèI social media nelle piccole aziende: si usano ma (spesso) senza sapere perchè

Comunicare con i clienti attraverso Facebook o Twitter? Un'opportunità che anche molte delle centinaia di migliaia di aziende che negli Stati Uniti costituiscono il tessuto dello "small e medium business" – l'equivalente, più o meno, delle nostre Pmi – sono pronte a sperimentare entro la fine di quest'anno. Di studi relativi all'utilizzo prossimo venturo dei social media in chiave business ce ne sono tanti e non tutti si sono dimostrati attendibili.

Quello che arriva da Techaisle, società di ricerca specializzata nel campo delle tecnologie per il comparto Smb, è interessante innanzitutto perché attualizza il fenomeno ai prossimi 12 mesi. Del campione di 406 aziende (con una forza lavoro compresa fra 1 e 99 dipendenti) censite è emerso infatti che il 70% ha in programma di ricorrere, entro il 2011 e a fini promozionali, ai principali strumenti di social networking. Un altro dato curioso, spesso scarsamente evidenziato, mette per contro in luce come circa della metà delle organizzazioni, il 45% per la precisione, confessino di non sapere come queste tecnologie potranno essere d'aiuto per il loro business.

Almeno in apparenza, c'è quindi un'evidente incongruenza fra i livelli di adozione (elevati) e i previsti ritorni degli investimenti (assai nebulosi). In altri termini i social media piacciono, saranno utilizzati in due terzi delle piccole e medie imprese americane ma un imprenditore su due non sa bene cosa aspettarsi in fatto di ritorni dall'investimento. Sta di fatto che, per quanto bizzarro, lo scenario descritto da Techaisle è il seguente: il 42% degli intervistati conferma di fare sin d'ora uso di Facebook, Twitter o di entrambi a supporto delle rispettive attività e tale percentuale sale al 55% se nel pacchetto si comprende anche LinkedIn. Monetizzare i profili aperti sui social media attraverso una strategia che renda tale azione un qualcosa di redditizio è la priorità numero uno e molte delle aziende già lanciatesi nell'universo di Facebook & Co. stanno non a caso imparando "step by step" come i social network possano completare i contenuti e i servizi presenti sul sito istituzionale.

Qualche dato utile a capire come le aziende intendono mettere a frutto i social network è comunque già disponibile e i ricercatori di Techaisle l'hanno comparato con quelli correlati al classico sito Web aziendale. La percentuale di società che conferma incrementi a livello di "awareness" del proprio business associabili all'uso dei social media è rispettivamente dell'84% e dell'86% mentre solo il 68% delle piccole e medie realtà americane ritiene che Facebook e simili abbiano contribuito a sviluppare un fatturato maggiore, rispetto all'81% che invece attribuisce tale merito al portale aziendale. Le "Facebook Pages", stando allo studio di Techaisle, sono lo strumento cui le aziende ricorrono in modo più diffuso e più di un terzo ha in tal senso implementato l'apposito tool. Anche LinkedIn riscuote un buon seguito, essendo adottato dal 34% del campione oggetto di indagine, e più o meno sullo stesso livello si posiziona il servizio "Eventi" di Facebook. Twitter, invece, è al momento meno gettonato, ma già una piccola e media impresa su quattro "cinguetta" sul popolare social site per scopi commerciali.

Sull'argomento si è espressa tra l'altro di recente una nota società di ricerca americana, eMarketer, che ha confermato come l'utilizzo di Twitter in seno al comparto Smb sia in effetti raddoppiato fra il terzo trimestre del 2009 e il quarto del 2010 salendo per l'appunto al 19%. Sempre da eMarketer era arrivata conferma di un altro fenomeno sempre più ricorrente, e cioè il fatto che una discreta fetta di piccole e medie organizzazioni (circa un terzo) ha incrementato nel 2010 gli investimenti pubblicitari legati ai social media e poco meno della metà (il 46%) ha ipotizzato di aumentare ulteriormente la spesa nel corso dei prossimi dodici mesi. Allo stato attuale, stando invece alle rilevazioni di Techaisle, credono nell'advertising su Facebook e compagnia solo un quarto delle piccole e medie aziende americane. Per molte di queste, dicono i ricercatori, c'è alla base di tutto un doppio nodo da sciogliere: meglio spendere qualche centinaio/migliaio di dollari comprando spazi promozionali sui social network o destinarli alla creazione e al mantenimento di una propria pagina su Twitter o LinkedIn? E ancora: una volta scelta la strada di promuovere il proprio business facendo advertising in modo mirato meglio scegliere Facebook o le AdWords di Google? Per molte piccole realtà americane, e ovviamente non solo americane, il primo problema da risolvere è ancora oggi questo. E forse è una domanda a cui anche molti operatori del settore pubblicitario non saprebbero prontamente e esaustivamente rispondere.

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