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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2011 alle ore 14:19.
«Cinque anni fa abbiamo iniziato a programmare twitter (abbreviato in twttr). Otto giorni dopo abbiamo inviato il primo tweet». È il messaggio scritto da Jack Dorsey, sviluppatore software che ha fondato con altri due amici, Evan Williams e Biz Stone, il social network per pubblicare testi più brevi di un sms. Era marzo del 2006. Avevano già costruito una piattaforma per blog e per podcast. Il nome originale era twttr, senza vocali: deriva dalla definizione della parola inglese twitter come «una breve e inconsequenziale raffica di informazioni, cinguettii di uccelli».
E, come spiega Dorsey, è facile da digitare con i tasti del cellulare 8-9-8-8-7 corrispondenti alle lettere t-w-t-t-r. Parte come iniziativa secondaria, quasi una sfida, da completare in poco tempo. Il piccolo gruppo di sviluppatori software raccoglie le forze: si dedicano giorno e notte all'impresa. Funziona. Ma l'intuizione iniziale era di adattarlo soprattutto all'uso da cellulare. Nel tempo, invece, diventa più simile a un social network.
Nei primi mesi dal lancio non ottiene molto successo e resta limitato soprattutto all'area di San Francisco, dove è concentrata una nicchia di appassionati che sperimentano per primi microblog e social network. Nel 2007 inizia la diffusione internazionale. Gli utenti inventano il "retweet", simile all' "inoltra" della posta elettronica: segnalano i messaggi scritti da altri anteponendo al testo le lettere "RT" seguite dal nome dell'autore. È un successo: in seguito diventa una funzione supportata dal social network. Durante le elezioni presidenziali in Kenya del 2007 twitter è tra i pochi mezzi di comunicazione con l'esterno: i blogger raccontano le violenze della campagna elettorale attraverso brevi messaggi. Ma pochi se ne accorgono. I riflettori dell'opinione pubblica internazionale scoprono twitter quasi due anni dopo, durante le proteste degli studenti in Iran: sono in pochi i giovani a scrivere dalle città simbolo delle manifestazioni come Teheran, ma molti dall'estero segnalano articoli, link, immagini sugli scontri in strada. E alimentano un dibattito su internet, come ricorda Evgeny Morozov, blogger e ricercatore dell'università di Stanford, nel suo ultimo libro, The net delusion.
La diffusione di twitter è rapida: lo scorso aprile aveva 105 milioni di utenti. In meno di un anno raddoppia fino a quasi duecento milioni. Ma il gruppo di fondatori lascia il timone. Jack Dorsey ha lanciato una sua startup, Square: abilita i pagamenti con carta di credito attraverso un dispositivo da collegare con i cellulari. Evan Williams ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di amministratore delegato per ritirarsi dalla scena pubblica. E Biz Stone lavora anche come consulente per altre startup. A guidare i prossimi passi del social network è l'amministratore delegato Dick Costolo, ex manager di Google. Con una missione precisa: ampliare in tempi rapidi le fonti di ricavo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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