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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2011 alle ore 17:42.

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Pagamenti vai cellulare, tutto è pronto. O quasi (Bloomberg)Pagamenti vai cellulare, tutto è pronto. O quasi (Bloomberg)

Le grandi firme della telefonia mobile, con Google a fare da locomotiva, ci credono. I carrier hanno annusato da tempo che i servizi di micro pagamento via cellulare sono un business interessante – si parla di circa 30 miliardi di dollari a livello globale nel 2012 – e quindi sono in molti a lavorare per rendere disponibile su larga scala terminali e sistemi capaci di abilitare transazioni "contact less" dallo smartphone o dal tablet. Il tutto sfruttando la tecnologia wireless Nfc, acronimo di Near field communciations.

La società di Mountain View, più di Apple, si sta cucendo addosso l'etichetta di pioniere in questo campo e, notizia delle ultime ore resa pubblica da Bloomberg, si appresta a lanciare entro l'estate altri servizi pilota di mobile payment a San Francisco e New York, dopo quelli già avviati in Oregon a dicembre e prima di ripetere più avanti l'esperimento anche a Chicago, Los Angeles e Washington. Google installerà infatti appositi registratori di cassa (realizzati dalla VeriFone Systems) per gestire i pagamenti via terminale mobile in diversi negozi delle due città americane e fra i primi destinatari del servizio vi sono ovviamente gli utenti in possesso degli smartphone dotati degli appositi chipset Nfc.

Il Nexus S basato su Android "GingerBread" e prodotto da Samsung, già disponibile anche in Italia, sarà al centro dei test di cui sopra ma anche l'ultimo nato della collana del produttore coreano, il Galaxy S II, nasce con questa funzionalità integrata a bordo. E sono circa 300mila gli smartphone con l'ultima versione del sistema operativo mobile che si vendono ogni giorno. Altro jolly che la casa californiana è pronta a giocare in questo campo è un "mobile wallet", nome in codice "Cream", che sarà prossimamente integrato nei dispositivi Android compatibili con la tecnologia Nfc.

Tutte novità, al momento in fase di gestazione, che rimandano agli investimenti recenti di Google in questo settore, vedi l'acquisizione della startup canadese Zetawire e di Corduro, società texana che ha sviluppato diverse soluzioni di pagamento mobile. Il pacchetto targato Mountain View dovrebbe alla fine rendersi disponibile al pubblico entro la fine di quest'anno e permetterà non solo di effettuare pagamenti e di gestire buoni sconti e carte fedeltà ma anche di interagire con speciali locandine pubblicitarie attraverso cui leggere, per esempio, le recensioni di un film ed eventualmente acquistare il biglietto per lo spettacolo.

Pronti a cavalcare il fenomeno del mobile payment ci sono anche Apple (che dovrebbe integrare la funzionalità di borsellino elettronico sugli iPhone 5), Rim con i suoi BlackBerry e Nokia con i di là a venire Windows Phone. Google, a differenza dei suoi diretti concorrenti, è però pronta a sfidare con lecite ambizioni di successo, e con una propria piattaforma di pagamento, specialisti illustri come Visa (che entro l'anno lancerà un servizio di mobile payment utilizzabile tramite apposita scheda microSD) e PayPal e la joint venture Isis, nata negli Usa per volontà di AT&T, T-Mobile e Verizon Wireless e i cui test sono previsti per quest'anno. Da questa parte dell'oceano si sono invece consorziate per accelerare lo sviluppo della tecnologia Nfc e renderla più accessibile a banche e operatori della grande distribuzione i più importanti carrier mobili, fra cui anche Telecom Italia. E alcuni progetti pilota sono stati avviati anche nel nostro paese.

Ai lavori in corso inerenti i sistemi di gestione dei pagamenti deve però corrispondere la massiccia disponibilità di apparecchi Nfc e in tal senso qualcosa si è visto al recente Mobile World Congress di Barcellona. Siamo però ancora agli albori di un mercato che nel 2014, secondo le stime di iSupply e Juniper Research, vedrà salire oltre quota 520 milioni i telefonini compatibili con questa tecnologia che si venderanno nel mondo (rispetto ai 220 milioni del 2010) e registrerà un giro d'affari di 110 miliardi di dollari. Parliamo quindi di un fenomeno dalle enormi potenzialità future, anche se l'interesse per i pagamenti via cellulare è già discretamente diffuso presso gli utenti di telefonia mobile. La conferma in tal senso arriva da uno studio Accenture condotto fra consumatori tecnologicamente avanzati di 11 diversi paesi che utilizzano almeno quattro dispositivi connessi e altrettanti servizi Internet. Il 45% del campione esaminato si è detto favorevole all'adozione dei servizi di mobile payment nonostante gran parte dei soggetti (il 73% per la precisiione) mostri una notevole preoccupazione riguardo a privacy e furti di identità. In buona sostanza la tecnologia di base (i chipset Nfc) è disponibile, gli strumenti per utilizzarla (smartphone e tablet) stanno arrivando e resta da strutturare a dovere l'intera catena del valore che comprende banche, operatori mobili e commercianti.

In Italia, fa sapere l'Abi, i conti abilitati via "telefonino" sono 6,2 milioni, pari al 19% del totale, con una crescita del 31% rispetto al 2008. Le operazioni più frequenti via cellulare sono: le richieste di informazioni (circa 6 milioni, 130 mila delle quali relative ad operazioni di trading), le ricariche telefoniche (2,1 milioni) ed i bonifici (circa 190 mila).

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