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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2011 alle ore 06:49.

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Enzo Morandi: «HO INIZIATO NELL'INDUSTRIA DEL MOBILE: I RIFIUTI ERANO SEMPRE UN PROBLEMA»

I rifiuti industriali, più o meno tossici, sono l'incubo principale dell'industria manifatturiera. Cari da smaltire, complicati sul piano burocratico, ingombranti dal punto di vista ambientale. L'incubo numero due è la bolletta elettrica, sempre più alta e dipendente dalla volatilità dei mercati delle materie prime. Nse Start offre una soluzione innovativa per tutti e due i problemi. Con una tecnologia di pirogassificazione, per ora unica al mondo, una media impresa può smaltire in loco ogni tipo di rifiuto industriale, producendo al tempo stesso energia elettrica o termica. Il primo impianto è in costruzione a Castelfranco di Sotto (Pisa), per la Waste Recycling, una piattaforma per la selezione e il trattamento dei rifiuti industriali, che così chiuderà il ciclo con lo smaltimento sul posto.
Nse, che sta per New sustainable energy, è stata fondata da un gruppo di imprenditori toscani, guidato da Nicla Pucci, dopo tre anni di studio per l'industrializzazione del prodotto. Il primo finanziamento viene dal fondo di venture capital 360° Capital Partners (1,5 milioni di euro), insieme a Toscana Innovazione e altri investitori (un milione): il progetto industriale, sviluppato a partire da un'idea dell'inventore Enzo Morandi, consiste nella realizzazione di piccoli impianti flessibili, trasportabili e modulari, da installare direttamente nei siti industriali dove gli scarti vengono generati, evitando così la necessità di trasferirli e raggiungendo l'obiettivo dei «rifiuti a chilometro 0».
Il brevetto, sia europeo che internazionale, che protegge l'invenzione di Morandi, si basa su un sistema innovativo per sfruttare la pirolisi, quel processo di decomposizione dei materiali organici che avviene a temperature elevate ma senza fiamma, in completa assenza di ossigeno. Solitamente però la pirolisi dei rifiuti utilizza temperature comprese tra 400 e 800°C, con rilevanti problemi di inquinamento. L'innovazione tecnologica dell'impianto Nse si basa sull'integrazione fra la pirolisi e il processo di gassificazione. Le altissime temperature di esercizio (1.600°) consentono di decomporre del tutto le molecole organiche e di vetrificare i residui, eliminando così le problematiche relative all'inquinamento: la macchina non emette composti gassosi tossici come diossine, furani o ceneri.
Tanto per fare un esempio, un impianto Nse ha la potenza di 12 camion pesanti di cilindrata medio-alta, ma emissioni in atmosfera minori di uno solo di questi camion. Il pirogassificatore, che può lavorare in un anno 10-12mila tonnellate di materiale, sviluppa 6,5 milioni di kilowattora elettrici o 3,8 milioni di kilocalorie termiche e appena il 3-5% di ceneri inerti da utilizzare come sottofondo stradale. Consiste in 7 container standard, che si possono collocare all'aperto e non occupano più di 800 metri quadri di spazio. Ha un costo fra i 5 e gli 8 milioni di euro, con un rientro previsto in 4-5 anni, grazie ai risparmi sui costi di smaltimento (circa un milione di euro l'anno) e di mancato acquisto di metano (un altro milione annuo). «Non vogliamo solo vendere una macchina, ma portare valore aggiunto alle imprese e riqualificare il trattamento dei rifiuti industriali in Italia», spiega Nicla Pucci, ad di Nse. «Ci occupiamo di tutto: la verifica della collocazione, il rilascio delle autorizzazioni e la formazione di base per la gestione della macchina – aggiunge –. I nostri impianti sono piccoli, flessibili, si montano in 2-3 mesi e sono facilmente smontabili: si prestano anche all'utilizzo temporaneo».

elenacomelli.nova100.ilsole24ore.com
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