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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2011 alle ore 07:51.

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Nella questione delle frequenze la posizione delle emittenti locali assume un ruolo determinante. La gara per assegnare, entro settembre, la banda a 800 Mhz ai gestori telefonici corre il rischio di andare deserta, nonostante il loro grande valore. In pratica si chiede alle telco di acquistare al prezzo di un bene prezioso una frequenza occupata sulla cui disponibilità non vi sono certezze. Vi è anzi la garanzia di una lunga serie di ricorsi al Tar già annunciati dalle emittenti locali che su quelle stesse frequenze operano da anni.
La decisione di togliere frequenze alle locali, titolari di regolare autorizzazione, potrebbe somigliare a un esproprio, anche se in Italia, come nel resto del mondo, le frequenze televisive sono un bene pubblico che può essere dato in concessione a soggetti privati.
Una legge del Governo Amato stabilì che il bene pubblico frequenza poteva essere venduto e comprato. Fu un regalo remunerativo soprattutto per le emittenti locali, che le vendettero ai soli concessionari televisivi già operanti, gli unici a poterle comprare.

Oggi agli editori locali si offrono un massimo di 240 milioni di euro per cedere le frequenze che andranno all'asta per la telefonia. Per evitare ricorsi il Governo ha inserito nel decreto "Omnibus" una norma che prevede la collocazione in graduatoria delle tv locali in base a patrimonio, numero dipendenti, copertura, ordine cronologico di arrivo. Curiosamente le preferenze dei cittadini nel concedere il loro tempo a una emittente piuttosto che a un'altra, anche se arrivata prima, non sono oggetto di privilegio. Si cerca in questo modo sia di razionalizzare il fenomeno molto italiano di così tante tv locali, sia di dividere il loro fronte oggi compatto contro le decisioni governative.
Prima dell'asta andrebbe effettuata un'altra gara per assegnare frequenze agli editori televisivi, in questo caso a costo zero (Beauty Contest). Vi possono partecipare sia Rai sia Mediaset, editori che dispongono già di un cospicuo numero di frequenze. Gli editori locali fanno notare che mentre loro vengono espropriati di alcune frequenze, altre ne vengono regalate ai soggetti dominanti.

Un altro aspetto riguarda infine la possibilità per gli editori locali di affittare le loro frequenze a concessionari nazionali. Tale possibilità un tempo negata, è oggi inserita nel testo della legge comunitaria in calendario alla Camera. Una richiesta delle locali viene quindi accettata.
Nel frattempo il Gruppo Mediaset si appresta ad acquisire una società proprietaria di ripetitori, la Dmt, così, chiunque vinca, per riuscire a far vedere i propri programmi, dovrà in molti casi chiedere di utilizzare un ripetitore della casa.

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