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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2011 alle ore 06:51.

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Nell'edizione 2010 la Vita Nòva ha sperimentato forme di scrittura innovative, come un programmino che presentava il testo in una successione di singole parole, a velocità variabile a discrezione
del lettore. La redazione di Nòva
si era posta questa domanda: come usare il tablet per innovare
il modo in cui si fruisce e si produce l'informazione?
La ricerca sulla scrittura continua anche con il numero appena rilasciato. Luciano Perondi (docente di Storia del libro all'Isia di Urbino) e Leonardo Romei (docente di Semiotica all'Isia di Urbino) analizzano 20 casi di scritture non lineari a partire dalla Liber figurarum di Gioacchino da Fiore (XII secolo). Scritture che l'avvento della stampa ha penalizzato – rafforzando la distinzione tra testo e immagine – ma che i tablet potrebbero permettere di recuperare. Magari imparando da altre forme espressive, come la musica: per questo nel numero di aprile Daniele Barbieri – docente di semiotica e autore del volume Guardare e leggere. La comunicazione visiva dalla
pittura alla tipografia, Carocci – ripercorre per La Vita Nòva l'evoluzione della scrittura musicale. In questa pagina riproduciamo tre dei dieci
esempi analizzati.
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