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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2011 alle ore 10:40.

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Un milione di download a settimana. In Italia. Ecco il "traffico" di applicazioni su Ovi Store, il negozio online di Nokia, un dato che porta il nostro paese al primo posto in Europa per numero di apps scaricate sugli smartphone. Ovi, nel mondo, in un anno è cresciuto considerevolmente passando da un milione di dowload al giorno agli attuali cinque con due miliardi di apps scaricate nell'arco di dodici mesi da un catalogo di oltre 40mila applicazioni.

«È un successo – spiega Alessandro Mondini Branzi, ad di Nokia Italia – costruito lavorando sulla nostra base installata. Nel mondo ci sono 236 milioni di cellulari basati sul sistema operativo Symbian e in Italia contiamo almeno due milioni di utenti attivi che generano traffico di rete e business per noi, per gli operatori e gli sviluppatori ai quali garantiamo un revenue share del 70 per cento».

E in Italia c'è anche un campione. Si chiama Michele Cerreta, è un praticante avvocato con la passione per la tecnologia mobile le cui apps, volte a modificare aspetto e interfaccia degli smartphone, sono state scaricate ben sette milioni di volte. Gli sviluppatori, coloro che sanno costruire applicazioni, sono diventati fondamentali per i produttori di cellulari, sulla scia della rivoluzione dell'iPhone di Apple. Per Nokia le cose si fanno però complicate perché, se da un lato Symbian tiene con gli ultimi modelli, come N8 ed E7, che vanno bene, la famiglia si allarga con gli appena annunciati E6 ed X7 e il negozio online che cresce, dall'altra la casa finlandese deve trovare il modo di far migrare gli sviluppatori dal mondo Symbian a quello di Windows Phone, in virtù dell'accordo con Microsoft, patto da taluni analisti reputato scellerato ma che Mondini Branzi difende.

Nel 2013, vi sarà un takeover sostanziale verso Windows Phone dei dispostivi della casa finlandese e Symbian per quella data sarà sostanzialmente un ricordo ma in due anni tutti i cellulari diventano obsoleti, l'importante per Nokia è portare sul mercato device in grado di reggere la concorrenza sempre più forte di Android e dei coreani che sono saliti sul carro dei googlefonini. Notevole, infatti, il peso di Samsung. Secondo elaborazioni del Sole 24 Ore sulla base di dati forniti dai vari costruttori, la casa coreana con un market share (a febbraio) in Italia di circa il 30% (in termini di volume) si avvicina pericolosamente alla finlandese che vanta la leadership controllando il 36% del mercato italiano. Lg pesa per quasi il 10% mentre Apple si attesta intorno al 5,5 per cento. Ma in termini di valore il market share della Mela, in virtù del più elevato prezzo del suo mono prodotto iPhone, è ben più alto: oltre il 22 per cento. Il venduto di Apple vale dunque quanto quello di Samsung, mentre Nokia si attesta intorno al 32% di un mercato che a febbraio valeva oltre 180 milioni di euro e 1,5 milioni di pezzi.

«Gli smartphone – dice Mondini Branzi – mostrano un tasso di crescita del 113%, ma il mercato mobile italiano mostra comunque segni di stanchezza con un calo tra i primi mesi del 2011 e quelli del 2010 pari al 7% in volume e al 6,4% in valore a causa della crisi e dell'erosione dei prezzi».

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