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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2011 alle ore 10:56.

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Steve JobsSteve Jobs

Si è iniziato a scrivere venerdi (ma la notizia è pubblica solo da ieri) l'ennesimo capitolo della guerra infinita in carta bollata nel campo degli smartphone. Ad attivare i legali per denunciare una diretta concorrente è stata questa volta Apple, e il destinatario della causa per presunta violazione di brevetti e marchi protetti da copyright è nientemeno che Samsung.

Il colosso coreano, questa almeno l'accusa mossa dalla società di Cupertino e depositata presso la Corte Distrettuale del Northern District della California, avrebbe copiato molteplici caratteristiche di iPhone e iPad per realizzare gli smartphone e i tablet della famiglia Galaxy, tutti costruiti intorno alla piattaforma mobile Android.

La vertenza non riguarda però la componente software dei dispositivi di Samsung, e quindi il sistema operativo di Google, quanto principalmente il loro design: a muovere Apple contro l'unica sua rivale (al momento) nell'arena dei tablet è stata quindi l'ipotesi che il produttore asiatico abbia volutamente e fedelmente ricalcato l'aspetto, il packaging e l'interfaccia utente di iPhone e iPad per costruire i suoi prodotti. Quanto scritto nella documentazione spedita al tribunale dagli avvocati della Mela – «la copia è così pervasiva che i dispositivi Galaxy sembrano prodotti di Apple, hanno la stessa forma rettangolare con gli angoli arrotondati, bordi argentati, un superficie frontale piana con evidenti bordi neri in alto e in basso, una parte posteriore curvata e uno schermo con icone colorate quadrate con angoli smussati» – spiega del resto perfettamente dove questa abbia voluto affondare i colpi nei confronti di Samsung.

Come da copione, dalla società oggetto di richiesta di ingiunzione sono arrivate subito le consuete dichiarazioni, tendenti minimizzare la questione e a rivendicare la propria vocazione all'innovazione e alla difesa della proprietà intellettuali, ma resta il fatto che sul capo di Samsung pendono ora 16 presunte violazioni, di cui 10 relative a brevetti. E da Cupertino chiedono per questo i danni e la constatazione che l'infrazione sia stata intenzionale. Che esito potrà avere la vicenda? Secondo alcuni analisti, Apple avrebbe giocato la carte della causa legale per rallentare un temibile avversario in campo mobile, consapevole di arrivare presto a un accordo extragiudiziario che salvaguardi (magari con benefici economici pro Cupertino) la relazione in essere con Samsung. Che, non va ovviamente dimenticato, della casa californiana è un fornitore strategico di chip di memoria per i portatili e dei system on chip impiegati negli smartphone e nei tablet.

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