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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2011 alle ore 06:53.

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IL DESIGNER ISRAELIANO Ron Arad È CONSIDERATO UNO DEI GURU MONDIALI DELL'ARCHITETTURA D'INTERNI «Opus Coronarium» di Alberto Gianfreda è un omaggio all'abitare, e riprende il tema antico dell'arte floreale. È il lavoro vincitore del «Premio Envie», concorso indetto dall'Accademia di Belle Arti di Brera e Agas, società immobiliare del Gruppo Envie. Che aveva come obiettivo la costruzione di un'opera d'arte all'interno di un contesto residenziale.
Ebbene, il primo classificato, oltre alla possibilità di realizzare il proprio progetto, che è una scultura in ferro costruita attraverso pezzi di piccole unità abitative viste dall'alto, può contare sulla pubblicazione di un catalogo firmato Skira e su 8mila euro. I secondi, terzi, e quarti classificati hanno mille euro, e sono stati notati all'interno di un contesto di rilievo.
Il bando del concorso citava così: «L'opera d'arte richiesta dovrà essere originale, appositamente progettata per integrarsi negli spazi comuni esterni di un edificio del centro di Milano, e dovrà essere il percorso progettuale con il progettista d'interni della struttura architettonica. Lo spazio di riferimento potrà essere liberamente interpretato nelle sue effettive dimensioni».
Accade così che siano dei progetti non sviluppati a vincere. E che, nonostante siano arte, si debbano intrecciare con armonia con un interno. Tanto che le immagini sono plastici non ancora realizzati. Idee che hanno vinto per la loro possibilità di essere plasmate all'interno di un contesto già dato in partenza.
Una sequenza di festoni decorativi da parete, che non sottrae spazio ma che si inserisce con dovizia, è stata la più gradita dalla giuria, composta dai professori Andrea Del Guercio, Giampiero Moioli, Gabriella Pitteri, Emiliano Viscardi e l'architetto Stefano Colombo. Esposte fino al 17 aprile, però, su 30 partecipanti al concorso, sono state 15 opere. Le stesse contenute all'interno del catalogo Skira.
Il secondo classificato è Felice Ardito, con il lavoro «in the kubik»: una scultura pensata e realizzata per integrarsi negli spazi comuni esterni fatta di travetti di legno colorato di impregnante ad acqua rosso, di un pavimento zen a scacchiera con quadri bianchi, realizzati con lastre di pietra bianca e quadrati neri di sabbia scura.
Terza è arrivata Vera Pierantoni. Che con la sua «Alba» ha voluto ricreare la porta di un tempio, aperta su diversi percorsi, che invita a fermarsi per riordinare le idee, a tenere traccia di una sosta, e prepararsi al rientro a casa con uno spirito diverso. Magari più positivo. Come se ogni nuovo ingresso, fosse un nuovo inizio.
La proclamazione vox populi del miglior progetto, anch'essa a catalogo, si chiama «S-Forum» ed è di Francesco Fossati. Ha ricevuto un totale di 138 preferenze espresse attraverso la scheda valutativa distribuita alla mostra e il format online per aver realizzato una colonna, simbolo di stabilità ed elemento ricorrente nell'architettura greco-latina, che è una riflessione sul vivere in una grande città contemporanea che cresce in altezza.
Il fatto di utilizzare una colonna come comun denominatore simbolico tra gli abitanti di un complesso residenziale, secondo il giovane artista Fossati, vuol dire unire. E il fatto di disporre le colonne secondo un piano diagonale rispetto al l'orientamento dell'edificio, in realtà, presume la finzione di un apparente ritrovamento postumo al l'ideazione della struttura. Come se il palazzo fosse stato edificato, ahimè, tra colonne antiche che sono state preservate per l'occasione.
Tra i lavori non premiati ma comunque inseriti nell'alveo dei migliori, «Le 4 stagioni» di Gabriele Paloschi che, ispirandosi alle stagioni, ha appunto realizzato pannelli in sequenza con il racconto dei passaggi del tempo.
E poi «Organico» di Andrea Marcianò, una scultura impossibile a cui l'autore ha persino dedicato una poesia. Perché come diceva Balzac «l'arte è natura concentrata». E far lavorare i giovani dell'Accademia di Brera è nutrirsi di tanta inesperienza ma molta energia, alla fonte.

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