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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 09:08.

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Un'arma a doppio taglio, e non solo per l'incauto utente. I social network, da Facebook a You Tube fino a Flickr, si stanno trasformando da un'opportunità a basso costo per veicolare i propri brand a uno strumento di marketing sempre più indipendente e slegato dalle logiche commerciali e di comunicazione decise nei quartier generali delle aziende.

A fotografare questo cambiamento di prospettiva è Elena Guzzella, ad di Dag Communication, società di comunicazione che da tempo sta monitorando le dinamiche di scelta dei consumatori che si incontrano su internet per commentare e mettere in condivisione gusti e preferenze d'acquisto.

«La gente – spiega Guzzella – posta vecchie pubblicità, utilizza liberamente immagini e spot, commenta senza filtri la qualità dei prodotti e spesso le aziende si trovano a disagio nel gestire la propria immagine veicolata sulle piattaforme multimediali».

Indipendentemente da ciò che l'azienda intende produrre e pubblicizzare, ciò che l'indagine di Dag sta notando è la gran voglia, da parte degli utenti 2.0, di parlare, discutere ed esprimere le proprie preferenze. E lo fanno in maniera molto spontanea, creando e pubblicando contenuti: videoricette, news, vecchi spot pubblicitari, addirittura e-book e applicazioni per Facebook. «Chi naviga in rete – conclude l'ad. di Dag – ha imparato a scegliere ciò che desidera. Si tratta di espressioni di preferenze molto forti, che le aziende devono imparare ad ascoltare per cercare di offrire ai propri clienti prodotti più adeguati alle aspettative di un consumatore sempre più attivo, critico e dotato di personalità».

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