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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 09:15.

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Milano capitale della ricerca Huawei (Nella foto: il nuovo managing director Zhao Ming)Milano capitale della ricerca Huawei (Nella foto: il nuovo managing director Zhao Ming)

MILANO - I cinesi di Huawei delocalizzano in Italia la ricerca di punta nelle telecomunicazioni. Succede a Milano, città in cui la multinazionale di Shenzhen s'è acquartierata circa sei anni fa «per sondare un mercato di grandi potenzialità e avviare contatti con tutti gli operatori presenti». Così parlò Xiao Ping, il managing director di allora.

Un'era geologica fa. Oggi il 65% del fatturato Huawei proviene dall'estero, il gruppo macina utili su utili, spazia dai telefonini al wireless alla banda larga, ma in Italia fa di più: galoppa. Tanto che il nuovo managing director, Zhao Ming, 38 anni, ex-capo delle vendite globali wireless, annuncia al Sole 24 Ore che il centro di ricerche di Milano dedicato all'innovativa tecnologia a microonde, diventerà il centro di eccellenza di Huawei worldwide.

Zhao Ming, tra le poche multinazionali cinesi attive in Italia, quella di Huawei sembra la parabola di maggior successo. Perché avete deciso di concentrare le ricerche sulle tecnologie più avanzate proprio qui a Milano: merito del passaparola che sta gratificando l'Italia agli occhi dei cinesi o c'è dell'altro?
Fino a qualche tempo fa i grandi gruppi cinesi per i centri di ricerca tendevano a scegliere Londra, Parigi o la Germania. Ma l'attività di Huawei in Italia, grazie anche all'operato dei miei predecessori, Xiao Ping e David Wang, è cresciuta fino al 50% registrato nel primo trimestre 2011. Stiamo continuando a viaggiare a doppia cifra. È un dato di fatto, e sulla base di questo abbiamo preso le nostre decisioni strategiche. Nel 2010 il fatturato delle vendite globali è cresciuto del 24,2% rispetto ai 21,8 miliardi di dollari del 2009, anno in cui l'aumento era stato del 19 per cento. Investiamo in ricerca e l'Italia, paese promettente, ha beneficiato totalmente della quota annua del 10% degli utili reinvestiti.

Xiao Ping, il manager apripista di Huawei Italia, ora è a Washington, alle prese con un mercato ostico come quello statunitense.
È un mercato pieno di colpi di scena, Ping non ha di che annoiarsi: da un lato c'è la decisione positiva della corte dell'Illinois che inibisce a Motorola il passaggio di notizie riservate di Huawei a Nokia Siemens, dall'altro ci sono le mosse del Committee on Foreign Investment che ha bloccato le acquisizioni di nuove infrastrutture di rete, 3Com, 2Wire, 3Leaf Systems.

In Italia, tutto è filato liscio.
Huawei ha realizzato importanti infrastrutture di rete con Telecom Italia, Wind. Ha lavorato con H3G. Intere regioni del Sud hanno nuove autostrade telematiche costruite da noi per conto di Telecom. In Italia il nostro è stato un committment di lungo periodo, con particolare riferimento a ricerca e sviluppo. Qui ha funzionato benissimo la capacità di creare un ottimo team di lavoro, i manager hanno lavorato bene insieme incrementando i risultati. Abbiamo in corso assunzioni mirate, cerchiamo profili professionali molto qualificati che, addirittura, facciamo fatica a trovare.

Poi c'è la banda larga, gli investimenti da 10 milioni in partnership con Vodafone sottoscritti alla presenza del premier Wen Jabao a Roma, lo scorso mese di ottobre.
Vero, ma accanto all'accordo Huawei-Vodafone per il rilancio degli investimenti nella banda larga, c'è la focalizzazione sulla Lombardia. Huawei Technologies, leader nel settore potenzierà il proprio investimento anche sul territorio lombardo. C'è la sinergia con la Lombardia di Roberto Formigoni che punta a cablare la regione entro il 2012. Noi andremo avanti collaborando con il Politecnico di Milano e l'università di Pavia.


Oltre alle infrastrutture di rete per le telecomunicazioni, al software e alle applicazioni, ai prodotti dedicati all'utenza consumer, Huawei si è concentrata anche sulle imprese. Che c'è dietro l'angolo, in Italia, sotto questo profilo?
Noi vogliamo lavorare con le imprese e le pubbliche amministrazioni fornendo le tecnologie più avanzate. Nel 2010 Huawei Enterprise ha registrato un volume d'affari che ha raggiunto i 2 miliardi di dollari, obiettivo che vogliamo incrementare anche in Italia, terra di piccole e medie imprese, perfette per i nostri servizi B2B.

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