Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2011 alle ore 16:45.

My24

«La creatività nasce quando entrano in relazione aree del cervello diverse e distanti tra loro. Queste connessioni neuronali inedite e impreviste sono importanti per realizzare qualcosa di nuovo. Per questo suggerisco di creare spazi, musei oppure riviste, in cui siano presenti contemporaneamente scienza e arte. Mettere insieme questi ambiti ad alto tasso di innovazione, che di norma sono tenuti separati, a mio avviso, contribuirebbe a rompere il meccanismo della dualità che domina nella cultura occidentale e favorirebbe nuove connessioni nel cervello delle persone, stimolando la creatività», spiega Idan Segev, professore di neuroscienze computazionali alla Hebrew University of Jerusalem.

Più in generale, Segev ritiene che la dualità, la tendenza alla dicotomia con cui tendiamo a classificare le cose che ci stanno attorno sia un limite all'immaginazione. «Siamo abituati alle contrapposizioni rigide tra bianco e nero, buono e cattivo, emisfero destro e sinistro del cervello, arte e scienza. Per vivere e orientarci nel mondo abbiamo bisogno anche di questo. Ma penso che se fossimo capaci di unire gli opposti, di superare lo schema binario di queste contrapposizioni concettuali la nostra creatività ne avrebbe giovamento. Probabilmente, avremmo più persone simili a Leonardo Da Vinci, che sapeva passare dall'arte alla tecnologia e alla scienza con facilità, mantenendo una grande capacità inventiva».

E per testare le potenzialità dell'interazione tra arte e scienza a Gerusalemme verrà costruito un centro di ricerca sulle neuroscienze all'interno del quale vi sarà una galleria d'arte e uno spazio nel quale gli artisti potranno lavorare. «La progettazione del Brain Institute è a cura dell'architetto inglese Norman Foster, i lavori inizieranno l'anno prossimo», precisa Segev.

Lo studioso israeliano, inoltre, evidenzia che molti uomini creativi, sia tra gli artisti sia tra gli scienziati, mostravano forme di sinestesia. Per alcuni di loro le formule matematiche erano associate a visioni. Altri, invece, avvertivano una connessione forte e diretta tra i colori e le note musicali e viceversa. «Einstein ha detto che la teoria della relatività gli è apparsa come un gigante che muore e, cadendo, lascia un'enorme impronta. Come se in questa visione si delineasse una mappa dell'universo». Spesso l'intuizione creativa si collega alla visualizzazione mentale di qualcosa. Il musicista Arnold Schönberg, ad esempio, sentiva risuonare nella sua mente precise note musicali quando vedeva determinati colori. Invece, per il grande pittore Vasilij Kandinskij il suono del Do si associava sempre al colore giallo.

Ancora, studi hanno dimostrato che la creatività, nell'uomo come negli animali, è resa possibile da un certo grado di rumore cerebrale, ossia da impulsi elettrici tra i neuroni in assenza di stimoli esterni o della determinazione a fare qualcosa. In pratica, anche quando non facciamo o pensiamo nulla, il nostro cervello è attivo e le cellule neuronali comunicano tra loro. Il computer, invece, funziona in modo opposto, senza rumore e impulsi autonomi e casuali.

In particolare, uno studio curato dal McGovern Institute for Brain Research del MIT di Boston ha dimostrato che senza il rumore prodotto in una precisa area del cervello i fringuelli perdono la capacità di cantare. «I fringuelli zebra a cui nell'esperimento è stata inibita, per mezzo di una sostanza ad hoc, la produzione del rumore cerebrale, emettono soltanto suoni meccanici e poco gradevoli, nulla a che vedere con il canto melodioso degli altri esemplari. E, cosa ancora più importante, perdendo la capacità di cantare bene, non risultano più attraenti per le femmine della specie», conclude Segev. Sembra quasi la dimostrazione di un nesso tra creatività e seduzione.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi