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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2011 alle ore 12:02.

Il primo pensiero va a Windows 7 e all'accordo di Microsoft con Nokia. Gli Otto miliardi e mezzo di dollari in contanti del colosso di Redmond per Skype si possono spiegare così. O forse anche così: rafforzare il sistema operativo per telefonini con un software in grado di competere con Google Voice di Android e Face Time di iOs significa entrare con tutti e due i piedi nel voip (voice over ip), nella telefonia via internet di cui Skype è primo attore.
In 36 anni di storia Microsoft non si era mai sbilanciata così tanto in una acquisizione. E se è vero che rispetto ai 50 miliardi di liquidità che il colosso di Redmond vanta, questo affare è poco cosa, l'operazione tradisce le mire espansionistiche di Ballmer su telefonini e tlc. Tanto che qualche analista ha già alzato il sopracciglio sul prezzo dell'acquisizione.
Eppure, Skype era da tempo sul mercato. Da quanto eBay la rilevò nel 2005 per 3,1 miliardi di dollari senza però capire bene cosa farci. Dopo quattro anni decise di cedere il pacchetto di maggioranza a una gruppo di investitori (tra cui il fondo Silver Lake, Canada Pension Plan Investment Board e Andreessen Horowitz) per circa 2 miliardi di dollari. Da allora sono iniziate le manovre per la quotazione a Wall Street. Quotazione valutata tra i 3 e i 4 miliardi di dollari e poi sfumata probabilmente per l'interessamento di Google e Facebook, che hanno dato il via a un'asta sotterranea durata settimane fino al colpo di scena attuale.
Microsoft si porta a casa una azienda con un giro d'affari di 860 milioni di dollari e una perdita di 7 milioni. Un'azienda che non è mai riuscita a convincere investitori pubblicitari e utenti a sostenere il proprio business. Si porta in pancia anche 124 millioni di utenti connessi al mese (il dato è di giugno) di cui solo 8,1 milioni paganti. Un know how che nessuno possiede nel Voip e relazioni di primo piano con i carrier e le telecom che avevano accordi per la transizione alle reti Lte ad alta velocità. Micorosft dovrà per ora decidere come integrare Skype all'interno del suo pacchetto. Se inserirlo nel suo sistema operativo mettendo così in allarme tutte le authority del mondo o diluirlo all'interno di Windows Live e messanger. L'operazione a prima vista non è semplice e di immediata soluzione.
Chi però può salutare con soddisfazione la mossa Microsoft è Facebook. Gli analisti lo danno per ora come il grande vincitore della vicenda. Zuckerberg senza spendere miliardi potrebbe accedere agli asset di Skype via Microsoft. E allo tempo stesso sapere il servizio voip più completo del pianeta lontano da Google è un favore di non poco conto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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