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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2011 alle ore 06:49.

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L'INTERNET PROTOCOL È IL PROTOCOLLO DI RETE INTRODOTTO DA Vint Cerf E BOB KAHN
SALVATORE LORETO
E FRANCESCO SACCO
L'acquisizionedi Skype da parte di Microsoft ha fatto molto discutere. Quando si tratta di 8,5 miliardi di dollari pagati per una società che fattura 860 milioni di dollari, ha debiti per 686 milioni e un margine di 250 milioni perdendone quasi 7, ogni dubbio è lecito. Ma è anche un'occasione per fare il punto sull'intero settore dell'Ict.
Partiamo dai valori dell'acquisizione. Nella storia dell'hi-tech è soltanto al 20° posto, lontana dai 23,9 mld $ pagati da Lucent per Ascend nel '99. Ma è comunque la più grande acquisizione di sempre per Microsoft. È stata fatta per contanti, attingendo ai circa di 50 mld $ di liquidità di Microsoft che nell'ultimo trimestre ha fatturato 16,2 miliardi generando liquidità per 5,2. A questi ritmi, Microsoft assorbirà l'investimento in meno di sei mesi. L'acquisizione ha anche un risvolto fiscale: circa 42 miliardi della liquidità di Microsoft sono nelle sue filiali estere, dove è generata. Se viene rimpatriata per essere distribuita come dividendi, deve pagare circa 30% di tasse. Quindi l'acquisizione di Skype ha implicito uno sconto fiscale, certo non trascurabile.
In secondo luogo, consideriamo Skype e il suo mercato. Gran parte del suo debito è stato creato nel 2009, quando si fece carico di 825 milioni $ di debito per finanziare il suo leveraged buyout da parte dei fondi di investimento e non per disavanzi di gestione. Ha costi operativi molto bassi e un fatturato in crescita. Nel 2009 aveva già registrato un piccolo utile, e nel 2010 ha perso lo 0,8% del fatturato. Skype ogni giorno registra in media 500mila nuovi utenti, e ha un totale di 663 milioni di utenti: 170 connessi con regolarità e 30 contemporaneamente online nei momenti di picco. Di questi solo 8,8 mln sono paganti ma non si può ignorare che dal 2008 è il principale carrier di telefonate internazionali al mondo. Non è l'unico mercato di Skype, ma quello in cui ha più colpito. Valeva circa 83 miliardi $ nel 2010, anno in cui Skype effettuava il 13% dei minuti di conversazione (8% nel 2008).
Il mercato nel mirino di Skype è però più ampio: include la telefonia (fissa e mobile) e, in parte, le apparecchiature per le telecomunicazioni. Il primo vale a livello globale circa 817 miliardi $, il secondo, in cui Skype è presente per gli accessori certificati e i "centralini" software per Pmi, circa 247 miliardi. Finora la strategia è stata di conquistare grandi fette di mercato con grande distruzione di valore, più a livello internazionale che locale. Facendo leva sulla presenza capillare di Microsoft, la quota "aggredibile" da Skype cresce notevolmente. Se poi si guarda all'accordo di Microsoft con Nokia, che presidia a livello mondiale il segmento a basso valore aggiunto ma ad alti volumi della telefonia cellulare, oltre al Voip nelle nuove reti Lte, si può intuire che obiettivo dell'operazione siano i mercati emergenti, più sensibili ai prezzi e alla globalizzazione, ma anche quelli più in crescita.
Da ultimo, la tecnologia, forse l'aspetto più importante. Il mondo della telefonia su internet (Voip) e del web al momento disconnessi stanno convergendo. Skype è presente su tutti i sistemi operativi desktop e mobile (Linux, Maemo, Symbian, OS X, iOS, Android, Windows, Sony Psp) e su molti televisori di nuova generazione (Panasonic, Samsung e Lg). Grazie all'evoluzione di Html5, potrà anche essere una web app: comunicando dati, audio e video real time in peer-to-peer direttamente dal browser, sostituendo in tutto la tradizionale applicazione. Ipotizziamo che la sfida tecnica sia all'altezza della Microsoft Skype Division, quale sarà il risultato? Da una parte, il vero decollo del "collaborative working" con Office al "servizio" della rete di Unified communication più ampia e tecnicamente credibile al mondo, per grandi aziende e Pmi. Dall'altra, grazie al browser che sta diventando la piattaforma unica per qualunque applicazione su internet, si afferma la presenza pervasiva di Skype. Cellulari, smartphone, tablet, piattaforme di gioco, televisori e set-top-box divengono l'abilitatore della presenza a distanza ma anche di forme di personal broadcasting e televisione interattiva, il viatico per il pervasive computing.
In questo futuro, che è già presente, l'approccio software centrico, stile Google, ottiene una rivincita sull'approccio hardware centrico, stile Apple, e l'ampiezza del proprio network fa premio sulla tecnologia, perché più costoso e lungo da sviluppare. Ai giganti dell'It in gara per la conquista dell'universo digitale non sono i soldi che mancano, ma il tempo. Sarà la capacità di implementare questo futuro che deciderà i vincitori, anche se con la sua mossa Microsoft si è ipotecata una seria opzione per esserci da protagonista. E questo non ha prezzo.

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