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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 10:57.

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Potrebbe avere ripercussioni molto serie l'incidente avvenuto venerdì scorso nell'impianto della Foxconn di Chengdu, in Cina, che ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di altre 15, alcune delle quali in condizioni critiche. Nella fabbrica viene prodotta una parte di tutti gli iPad di Apple, l'altra fetta arriva dall'unità (sempre di Foxconn) di Shenzhen, e proprio sui possibili impatti sul tablet della Mela si sono espressi ieri gli analisti di IHS ISuppli. Il rischio di una perdita di produzione di iPad è stato quantificato in 500mila unità e si tratterebbe di una stima ottimistica.

Se le operazioni di ripristino della fabbrica dopo l'esplosione dovessero andare oltre il mese, questo dicono in sostanza gli esperti della società di ricerca americana, il danno in termini di volumi potrebbe anche essere molto più corposo.

L'eventualità che Apple - mesi fa la società di Cupertino aveva chiesto ufficialmente al produttore taiwanese di aumentare la sicurezza dei propri lavoratori in seguito ai ripetuti episodi di suicidio dovuti (pare) ai ritmi di lavoro troppo serrati - possa non raggiungere l'obiettivo di vendere 7,4 milioni di iPad 2 nel corso del secondo trimestre è quindi realistica. Il punto è capirne l'entità. Altri analisti hi-tech, e nella fattispecie quelli di RBC Capital Markets, hanno enfatizzato in proposito il possibile buco di produzione di Foxconn, stimandolo addirittura da un minino di 1,8 milioni a un massimo di 2,8 milioni di pezzi.

Da Foxconn, invece, sono arrivate nella giornata di lunedi dichiarazioni tese a sminuire la gravità del problema e di fatto si esclude che l'incidente possa ritardare i piani di produzione dell'iPad 2 o dei nuovi componenti destinati sempre e comunque ai dispositivi di Apple. Certo è che l'incidente si aggiunge a un altro problema che condizionerà in qualche modo la produzione dell'iPad nel corso dei prossimi mesi, e cioè quello dello shortage dei componenti generato dal terremoto che ha messo fuori uso parecchie fabbriche giapponesi un paio di mesi fa.

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