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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2011 alle ore 16:48.

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Ha resistito a un attacco di pirati informatici per giorni: Lockheed Martin è il principale fornitore del Pentagono per volume di vendite. "Nessun dato su clienti, programmi e dipendenti è stato compromesso", ha dichiarato l'azienda. La reazione all'offensiva elettronica è stata rapida: il gruppo impegnato nella cybersicurezza interviene per disabilitare la sua rete privata virtuale (vpn), modificare le password degli utenti e aumentare da quattro a otto le cifre dei codici mostrati dai token. Inoltre ha aggiunto un ulteriore livello di protezione nelle procedure per accedere al network aziendale dall'esterno. Sono in corso indagini sulle origini dell'assalto digitale, definito dall'azienda "significativo e tenace". Il dipartimento della Difesa ha annunciato di non attendersi nessun effetto dall'attacco. Ma la minaccia delle incursioni informatiche è diventata un priorità per Washington.


Lockheed Martin produce gli aerei da combattimento F-16, F-22, F-35. E ha in cantiere i progetti per il programma Orion: prevede la costruzione di un veicolo per trasportate gli astronauti sulla Stazione spaziale orbitante (Iss) e arrivare sulla Luna. La Nasa prevede che sarà in grado di abilitare missioni di tre settimane con un rientro nell'oceano. Già quattro anni fa il colosso Usa della difesa è stato bersaglio di un tentativo di violazione su larga scala del suo network per entrare in possesso dei piani del Joint Strike Fighter.


Secondo le prime analisi i pirati informatici hanno trovato una breccia nei token. Sono piccoli dispositivi che forniscono codici numerici da abbinare ad altre misure di protezione (per esempio, una password): le cifre vengono generate in modo casuale. A fornirli è Rsa, una società che gestisce misure di sicurezza digitale: lo scorso marzo aveva dichiarato di aver subìto un'incursione da parte degli hacker. Di recente gruppi di criminali elettronici hanno preso di mira il network di Sony Playstation. E duranti i giorni più intesi di dibattito su Wikileaks gli hacker hanno colpito i siti web di banche e aziende hitech. (L.D.I)

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