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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 12:43.

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Endeavour, missione compiutaEndeavour, missione compiuta

Atterraggio nel buio della notte sulla pista del Kennedy Space Center di Cape Canaveral in Florida per l'italiano Roberto Vittori (Esa) e per i suoi compagni della missione STS-134, l'ultima per lo shuttle Endeavour.

Dopo 25 missioni nell'orbita terrestre, 19 anni di attività e quasi cinquemila rivoluzioni intorno al pianeta, anche la più giovane delle 5 navette con le ali costruite dagli Stati Uniti si prepara dunque a diventare un imponente oggetto museale, con destinazione già fissata negli spazi del California space center di Vandenberg.

Endeavour fu costruito nel 1987 per rimpiazzare il Challenger, volò per la prima volta nel 1992 quando però veniva già messa in dubbio - soprattutto per i costi - l'opportunità di continuare la strada dell'astronave con le ali. Da alora ha assicurato alla Nasa alcune grandi missioni, tra le quali basterà forse ricordare la riparazione in orbita del telescopio Hubble, l'aggancio con la stazione russa Mir e il contributo dato con 11 missioni all'assemblaggio della Stazione spaziale internazionale (Iss).

Nel corso della sua ultima avventura, più volte ritardata a causa di una serie di problemi tecnici che hanno in qualche modo ribadito la complessità e i limiti del progetto, Endeavour ha agganciato alla stazione il cacciatore di antimateria AMS, il più imponente esperimento scientifico mai portato nella sua stiva.

Si tratta di uno strumento del peso di 7 tonnellate promosso dal Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti e alla quale l'Italia ha partecipato con Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Durante la fase di rientro verso la Florida, Roberto Vittori - astronauta dell'Agenzia spaziale europea e colonnello dell'aeronautica italiana - ha coadiuvato il comandante Mark Kelly e il pilota Greg Johnsson nella fase di rientro, un privilegio che è anche il massimo concesso a un'astronauta non americano a bordo dell'ammiraglia spaziale.

Adesso che Endeavour è rientrata, resta un solo volo da compiere prima di chiudere definitivamente un'era. Il via alla missione STS-135, che dovrà portare alla stazione anche un modulo pressurizzato di costruzione italiana, è previsto per il 9 luglio ed è affidato ad Atlantis. Una volta chiusa anche quest'ultima pagina si aprirà formalmente l'inverno spaziale americano, il vuoto che per la prima volta da mezzo secolo vedrà gli Stati Uniti unica tra le grandi potenze priva di un veicolo capace di portare in orbita i suoi astronauti. Mentre la Cina accelera il progetto di costruzione della sua stazione orbitante e prevede nuovi lanci per l'autunno, a Washington toccherà affidarsi ai russi e alla loro Soyuz per raggiungere la Iss. Un conto salato e umiliante per molti che ha già creato parecchi malumori.

Così sarà, almeno fino a quando Space X e gli altri progetti sostenuti dall'amministrazione Obama per cambiare il modo di fare esplorazione in orbita bassa non saranno pronti per aprire una nuova era.

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