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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2011 alle ore 07:01.

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di Luca Dello Iacovo Serre, edifici industriali e capannoni diventano fonti per la produzione di energia elettrica e termica. Solergy punta sul doppio vantaggio dei suoi impianti di cogenerazione: utilizzare concentratori solari in grado di aumentare l'efficienza dei moduli fotovoltaici. E recuperare il calore per riscaldare l'acqua. È una "startup ibrida", secondo la definizione di Baia Network, un'associazione non profit di imprenditori operativa a San Francisco: Solergy ha trovato in California le celle a tripla giunzione e l'esperienza di Spectrolab, uno società della Boeing. «Ma crediamo nella localizzazione del know how: il 90% della nostra attività è in Italia e abbiamo venticinque ingegneri impegnati in ricerca e sviluppo su meccanica, ottica, fisica, elettronica», dice Alessio Romeo, 35 anni, executive director della startup. I pannelli sono modulari, hanno una larghezza di 2,5 metri e una lunghezza di 30 metri: raggiungono una potenza di picco di 6,5 Kw elettrici e 9 Kw termici. Costruirà per Enac un impianto da 250 Kw a Pantelleria.
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