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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2011 alle ore 08:44.

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Per anni l'evoluzione di processori e schede grafiche ha seguito percorsi paralleli, creando una dualità all'interno della configurazione del pc. Ciascuna delle due componenti seguiva traiettorie di sviluppo indipendenti al fine di aumentare le prestazioni. Ora questi due elementi si fondono in uno solo, al fine di semplificare la circuiteria, migliorare l'efficienza di elaborazione e ridurre i consumi. Fusion è il cappello tecnologico con il quale Amd identifica questo processo evolutivo. Ha debuttato lo scorso gennaio e oggi debutta la seconda generazione.

Certo, questo approccio obbliga a imparare una nuova sigla: Apu, ovvero Accelerated Processing Unit. Come se Cpu (il processore centrale) e Gpu (la scheda grafica) non fossero già abbastanza. Eppure, come metafora, un solo componente con un unico nome va a ridurre la complessità. "E' una trasformazione continua, abbiamo innanzitutto semplificato il messaggio marketing con Vision per preparare l'avvento di queste nuove tecnologie. Lo step successivo (gennaio 2011) è stato di rafforzare la value proposition impiegando le tecnologie Fusion. Nello stesso quadratino di silicio ora c'è sia Cpu sia Gpu che dialogano ad altissima velocità per supportare l'elaborazione sequenziale e parallela dei dati", spiega Alberto Bozzo, corporate vice president e general manager Emea di Amd. "Inizialmente abbiamo proposto una generazione di Apu che si posizionasse nella fascia bassa dell'offerta di netbook e notebook. Oggi annunciamo il completamento della linea di prodotti con una serie di soluzioni che vanno dalla fascia media al top di gamma".

Insomma, ora le Apu coprono tutta l'offerta del mercato del mobile pc, un settore in cui la società di Sunnyvale si sta focalizzando con sempre maggiore impengo e nel quale riesce a dare filo da torcere a Intel. Non è un caso che con questa generazionei di processori "due in uno" sia riuscita a conquistare partner e produttori prima a digiuno dei processori di Amd. "Il comparto dei portatili cresce a una velocità maggiore rispetto agli altri segmenti. Per noi è un mercato focus ma non dimentichiamo i tradizionali pc, tanto che entro la fine dell'anno Fusion arriverà anche sui desktop", conferma Bozzo.

Ma è sui notebook che le Apu offrono un vantaggio competitivo non indifferente perché, rispetto alla tecnologia precedente, hanno consumi ancor più limitati. "Sono tre le aree su cui puntiamo per dare un valore aggiunto: la massima qualità grafica (HD e 3D), una sostenuta velocità di elaborazione (addirittura 500 gigaflop) e una durata della batteria che sia 'all day'. Arriviamo fino a 10 o 11 ore in base ai test che abbiamo condotto; in questa categoria rientrano i modelli più risparmiosi, che seguono uno sviluppo separato rispetto ai processori destinati a massimizzare le prestazioni", continua Bozzo.

La versatilità della prima generazione di Apu è stato il vero segreto per il successo della piattaforma di Amd. "Con la seconda generazione andiamo a coprire le altre fasce di mercato, tanto che la generazione Fusion A8 non ha nulla da invidiare alle Cpu per workstation". Non solo compiti intensivi: i nuovi chip nascono anche, e soprattutto, per supportare la navigazione in Internet. "Per noi sono molto importanti i nuovi browser che si appoggiano al reparto grafico per il rendering e la gestione dei contenuti multimediali nelle pagine Web. Rientrano alla perfezione nel concetto di ecosistema che stiamo promuovendo. Così come diventa importante il nuovo Microsoft Office che si appoggia alla Gpu. Internet, con tutta la multimedialità che si sta concentrando on-line, offre un nuovo ambito di sviluppo.

Per esempio, abbiamo una tecnologia (Steady video) che consente di stabilizzare in automatico i video su YouTube qualora questi siano troppo mossi perché fatti a mano libera". Le web application stanno dunque diventando uno stimolo per potenziare le prestazioni, in particolar modo quelle grafiche, all'interno dei computer. "Sempre di più il cloud usa sia la potenza dei server remoto sia la parte di 'visualization' che è presente nel dispositivo locale (notebook, tablet, netbook e così via). Il vantaggio di una Apu è che si ha tutto all'interno di un unico chip, con uno, due o quattro core di elaborazione combinati con un reparto grafico Radeon. Le due unità dialogano attraverso un canale proprietario che garantisce la massima velocità di scambio dei dati. Inoltre, rispetto ad altre soluzioni, la nostra piattaforma Fusion non solo è certificata DX11, ma permette anche di aggiungere una seconda Gpu. Che opera in simbiosi con quella della Apu per aumentare ulteriormente le prestazioni grafiche", spiega Bozzo. E i tablet? "Abbiamo una roadmap per il prossimo anno che riguarda i dispositivi con form factor piccoli e che richiedono un'elevata autonomia. Già oggi siamo presenti sull'Acer Iconia W500.

Nel prossimo futuro vogliamo ridurre ulteriormente il fabbisogno energetico delle Apu per proporre soluzioni a basso consumo di watt e con una capacità di gestire la grafica che non ha nulla a che vedere ciò che c'è oggi sul mercato. Il nostro approccio mira a garantire prestazioni elevate nel reparto grafico, anche per offrire la possibilità di sviluppare interfacce più sofisticate rispetto a quelle odierne. Per esempio con effetti 3D oppure comandi gestuali, non solo touch, ma queste funzioni richiedono una potenza di elaborazione superiore a quella attuale", conclude Bozzo con una nota d'orgoglio. E Karine Paoli, associate vice president di Idc Emea, gli fa eco quando dice che "Fusion elimina la necessità di scegliere tra potenza e consumi. E offre ad Amd la possibilità di migliorare ulteriormente il suo market share nel corso del 2011".

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