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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2011 alle ore 17:34.
Più o meno 250 milioni di dollari. A tanto ammonta la differenza fra i ricavi che gli analisti si aspettavano da Research in Motion per la prima trimestrale dell'esercizio fiscale 2012 e quelli effettivamente conseguiti ed iscritti a bilancio (4,9 miliardi di dollari) dalla compagnia canadese. La cattiva notizia per gli azionisti è però un'altra: le stime di fatturato erano già state riviste al ribasso a fine aprile, quando l'iniziale target del periodo era ancora fissato fra 5,2 e 5,6 miliardi di dollari di entrate. Il produttore dei Blackberry non vive dunque un momento esaltante dal punto di vista delle vendite – sebbene il giro d'affari sia cresciuto del 16% rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente - e le difficoltà che la società sta incontrando per reggere l'urto della concorrenza nel mercato degli smartphone sono in tal senso evidenti.
Le parole del Co-Ceo di Rim Jim Balsillie riportate nella nota emessa dalla società sono state del molto esemplificative: "il rallentamento di domanda che abbiamo visto nel primo trimestre sta continuando anche nel secondo. Il nostro business – ha comunque aggiunto il manager - rimane solido e profittevole, abbiamo tre miliardi di dollari in cassa e incrementato la nostra share in numerosi mercati a livello mondiale". Il lancio dei nuovi prodotti schedulato per i prossimi mesi e il riallineamento della struttura dei costi - il programma di snellimento delle "operations" riguarderà anche il taglio di una fetta (non precisata nell'entità) di personale – dovrebbero, secondo Balsillie, garantire una robusta crescita dei profitti nell'ultima parte del 2012. Resta però il fatto che, tabelle di vendita alla mano, il peso di Rim nell'economia dell'industria mobile è progressivamente diminuito negli ultimi 12-18 mesi.
I numeri del trimestre dicono che i BlackBerry spediti sul mercato nel complesso sono stati 13,2 milioni, mentre le consegne sul canale di vendita dei tablet PlayBook (da ieri in vendita anche in Italia) sono arrivate a quota 500mila unità. Balsillie ha affrontato di petto la questione smartphone ammettendo che il calo di appeal di consumatori e professionisti per i prodotti di Rim – evidente in modo particolare negli Stati Uniti e in America Latina - si spiega con l'età del portfolio dei BlackBerry. In altre parole la società è stata troppo lenta nel portare sul mercato nuovi modelli di telefonini e il rischio di perdere, magari anche solo parzialmente, il treno del cosiddetto "back-to-school" (periodo notoriamente molto caldo per gli acquisti di nuovi dispositivi tecnologici) è serio. E questo perché di nuovi smartphone nei negozi, con a bordo la versione 7 della piattaforma operativa BlackBerry, non se ne vedranno prima di fine estate.
Quanto al PlayBook, oggi disponibile su 11 mercati con altri cinque che si aggiungeranno nei prossimi mesi, l'ammissione del numero uno della compagnia canadese non ha bisogno di molte interpretazioni: "il lancio non è andato liscio come avevamo pianificato". Da Balsillie e dall'altro co-Ceo Mike Lazaridis è però arrivata anche in questo caso una vigorosa difesa del prodotto e della strategia di Rim, che conferma di aver ricevuto ordini per il tablet da oltre 1.500 aziende di grandi dimensioni su scala mondiale. Le lecite rivendicazioni dei vertici, che non hanno mancato di sottolineare come poche aziende (al pari della loro) hanno saputo reggere bene alle turbolenze economiche dell'ultimo biennio, si scontrano però con una realtà che registra una certa diffidenza del mercato per il PlayBook, culminata con la decisione presa dall'operatore mobile inglese O2 di non inserire il prodotto (al momento almeno) nel proprio catalogo. Solo un problema legato all'esperienza utente, citando la giustificazione esibita dal carrier britannico?
Il fatto che il PlayBook sia limitato in alcune sue funzionalità – su tutte la necessità di doversi sincronizzare con un BlackBerry per collegarsi alla rete mobile 3G – è noto e si può spiegare, questa almeno la tesi che ha sostenuto Balsillie al cospetto dei media americani, con la necessità di non volere e di non poter più aspettare nel lanciare il tablet in un mercato che corre a grandissima velocità. Con la consapevolezza di superare i problemi di giovinezza del prodotto con un programma di aggiornamenti "over the air" ben definito. In casa Rim sono in definitiva convinti di aver fatto per bene le cose e che i risultati alla lunga premieranno la politica "dei piccoli passi". Per contro c'è chi rileva come gli sforzi destinati allo sviluppo e alla promozione del PlayBook abbiano contribuito non poco a peggiorare i risultati sul fronte dei BlackBerry e che il progetto di uniformare lo sviluppo dei futuri smartphone e tablet intorno alla sola piattaforma Qnx (abbandonando in tal senso la storico sistema operativo) andrebbe sostanzialmente accelerata. Senza aspettare le mosse della concorrenza.
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