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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2011 alle ore 08:18.

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Il caso più noto è ipad.com, un dominio registrato in velocità da sconosciuti alle prima indiscrezioni sul nuovo tablet Apple e tuttora pagina web vuota. Un "non sito" costato una trentina di dollari, ma registrato per poi essere rivenduto, a caro prezzo, sul mercato secondario dei domini, alla Apple stessa (che però ha rifiutato). È solo un esempio di una pratica diffusissima, il "cybersquatting". Ma il big bang dei domini internet avviato lunedì scorso dall'Icann (Internet Corporation for Assigned Name and Numbers, società pubblico-privata che presiede al l'"urbanistica" della rete) dovrebbe risolvere, in gran parte, l'annoso problema. Dal prossimo gennaio, infatti, Apple potrà ottenere un suo dominio di alto livello (tld, top level domain) ".apple" e gestirlo da sè, registrandosi sottodomini come iphone.apple e ipad.apple. E così un dominio ".microsoft" potrà servire all'azienda di Redmond per migliaia di siti di partner certificati: "partner.microsoft". Non solo: la liberalizzazione di Icann (oggi sono solo una ventina i tld generici, ovvero non geografici) consentirà anche a community di ogni tipo di farsi il proprio dominio, da "Roma" a "opensource". Ma dovranno risultare autentici.
Certo, non sarà come acquistare un semplice .com (16-20 euro di costo medio in Italia)! Aggiudicarsi un nuovo tld significa in pratica dover gestire poi il registro di quel dominio (quindi un sistema di server ad alta affidabilità). Un investimento da decine di migliaia di euro all'anno. Chi chiede un nuovo dominio quindi deve avere spalle piuttosto larghe. La procedura delineata dal l'Icann sul suo sito lo spiega chiaramente. Al l'atto dell'apertura del periodo di sottomissione delle domande (a partire da gennaio 2012) il richiedente si deve regitrare online, riempire un primo formulario e depositare 5mila dollari. Solo a quel punto potrà accedere al form di domanda completo (molto dettagliato, circa 300 pagine) e al versamento di altri 180mila dollari.
Entro 60 giorni da quel momento la domanda dovrà essere compilata, con un primo controllo di completezza da parte del l'Icann e la pubblicazione in rete delle sezioni pubbliche della richiesta. Su un forum specifico, dove ogni domanda, per due mesi, sarà pubblicamente commentabile. E i valutatori potranno servirsi di questi commenti (non anonimi e il più possibile documentati), se ritenuti significativi, nella loro valutazione iniziale.
In questa fase possono maturare vere e proprie obiezioni formali (legali) alla domanda di dominio. Da parte di governi (su domini che violino le prerogative di un paese) o di privati. Nel frattempo l'Icann accerterà se il proponente ha una fedina penale immacolata e se la stringa di dominio proposta non entri in conflitto con altre. Infine, se il proponente ha le effettive capacità tecniche per la gestione del registro. Superata questa fase vengono prese in esame eventuali obiezioni formali e conflitti di stringhe. Le prime da entità legali o giuridiche delegate dall'Icann, i secondi dall'Icann stessa o dai suoi partner tecnici. E il conflitto sul nome del dominio, tra due proponenti, potrà finire anche con un'asta a chi offre di più (c'è da scommetterci sul possibile .sex). Se tutto andrà bene, prevede Icann, in cinque mesi i primi 500 nuovi domini saranno approvati e i relativi registri "delegati" ai proponenti. E poi si passerà ai successivi 400.
giuseppe.caravita@ilsole24ore.com
percorso in tre tappe
stesura della domanda
Il proponente si deve iscrivere al sito Icann per compilare la domanda. Che verrà commentata dalla rete. Intanto l'Icann controllerà che vi siano tutte le informazioni richieste e la legittimità del proponente
valutazione
In assenza di contestazioni e di commenti negativi la domanda sarà approvata. Altrimenti è prevista una fase di soluzione dei conflitti sia legali che sul nome del dominio, se ambìto da più soggetti
delega alla gestione
Se in possesso di tutti i requisiti, il proponente dovrà lavorare con Icann a una fase di test di due mesi per certificare la sua gestione del dominio. Alla fine il soggetto avrà la delega definitiva
185mila $
Barriera all'ingresso. Cinquemila dollari subito e 180mila con la domanda a Icann; in più spese legali e di consulenza di 25-50mila $
25mila $
Il costo annuo. La fee che ogni gestore dei nuovi domini pagherà a Icann. Oggi un
" .com" costa 50-100 euro l'anno
50mila $
La gestione. I costi annui stimati di una struttura informatica (obbligatoria) in grado di gestire un registro internet di base
In attesa di .qualcosa
I domini continuano a crescere. La riforma approvata punta a impedire la proliferazione del mercato secondario dei domini.

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