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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2011 alle ore 15:31.

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Google+ e Chrome: i nuovi fronti caldi dell'offensiva di bigGGoogle+ e Chrome: i nuovi fronti caldi dell'offensiva di bigG

Android, il sistema operativo per smartphone e tablet, è oggi la punta di diamante di Google, servizi di web e search advertising naturalmente esclusi? Guardando ai dati di mercato attuali e di prospettiva la risposta è abbastanza scontata. A Mountain View sono riusciti nell'impresa di imporre il proprio software in un mercato che forse più competitivo non si può: un mercato che ha messo in serie difficoltà niente meno che Nokia e fatto precipitare ai margini un colosso come Microsoft.

Eppure Google è oggi, e lo sarà ancora di più nell'immediato futuro, "market leader" nelle piattaforme operative per telefonini (nei tablet a dominare la scena è al momento Apple con il suo iOs dell'iPad).

Un altro fronte caldo per la casa californiana, unitamente a quello delle applicazioni per l'ufficio (dove Microsoft può oggi mettere sul tavolo l'offerta cloud di Office 365) e dei software per pc (i Chromebook sono però al momento una vera e propria scommessa tutta da vincere), magari meno dibattuto dai media ma dal punto di vista strategico non meno importante, è quello dei browser.

E quello dei software di navigazione online è un campo che sta dando risposte molto incoraggianti a Google. Stando infatti ai dati elaborati dalla società specializzata Net Applications e relativi al mese di giugno, Chrome è arrivato a una quota di mercato globale superiore al 13,1%, rispetto al 7,2% di un anno fa e al 12,5% il maggio scorso. Che il browser di Google sia oggi una reale alternativa a Internet Explorer, sceso in termini di utilizzo al 53,7% (nonostante il gradimento riservato al nuovo IE9), e a Firefox, che consolidata una fetta di utenza nell'ordine del 21%.

Un altro parametro interessante che misura le ambizioni del colosso di Mountain View, in chiave browser e non solo, arriva sempre da Net Applications e riguarda l'utilizzo dei browser da device mobile: smartphone e tablet hanno superato globalmente la soglia del 5% (la percentuale negli Usa sale all'8,2%) e se oggi gli iPhone si fanno "preferire" (seppur di pochissimo) per navigare in Rete è pressoché certo che nei prossimi mesi la percentuali di "Web surfing" dei telefonini Android andrà drasticamente a crescere. Con tutti i possibili vantaggi potenziali (per Google) per ciò che concerne i servizi di mobile advertising.

La guerra con Facebook per il predominio nel mondo social
L'idea di giocare il jolly Google+, e cioè un social network altamente personalizzabile e in grado di restringere il cerchio delle amicizie in modo mirato e renderlo completo attraverso un ricco set di strumenti di interazione, è di fatto una dichiarazione di guerra che Google ha lanciato in direzione di Facebook. Si tratta ora di capire come e quanto questa novità social, pensata ovviamente anche in chiave mobile per i milioni di utenti di telefonini Android, troverà credito presso l'utenza.

Il servizio è agli albori – e accessibile solo a una ristretta cerchia di invitati – e quindi è impossibile sbilanciarsi in un giudizio di merito. Va rilevato comunque come vari esperti in materia abbiano profuso pareri contrastanti. C'è chi si è espresso in tono scettico, citando gli altri progetti nati e poi subito venuti meno in quel di Mountain View (Buzz, Wave e altri) e chi ritiene poco interessante la possibilità di trasformare l'interfaccia di Google+ in un clone di quella Facebook, nel senso che così facendo molti rimarranno fedeli al social network oggi più popolare del mondo.

C'è però un partito di analisti e addetti ai lavori che ha messo Facebook nel mirino, rimarcando per esempio per la creatura di Mark Zuckerberg – che, da quanto si legge in Rete in queste ore, ha attivato un account su Google+ ed è pure la persona più seguita in assoluto - l'aumento del livello di disaffezione pur senza poterlo quantificare. Altri ne evidenziando i limiti di usabilità e di funzionalità, vedi per esempio la mancanza di un aggregatore di "feed", attributo, guarda caso, di cui invece Google+ si è invece dotato con Sparks, che permette di personalizzare la propria bacheca in base ai propri interessi e renderla visibile a una definita cerchia di amici. Il jolly che ha estratto dal mazzo la casa di Mountain View è per i critici di Facebook (e i sostenitori di Google) un qualcosa che potrebbe seriamente cambiare le carte in tavola nel panorama dei social media, e non solo perché può permettersi di offrire strumenti di video chat sia di gruppo che in modalità mobile.

Un autorevole testata hi-tech americana come PcWord ha messo in fila nove ragioni nove per abbandonare Facebook e utilizzare il nuovo servizio social di Google e vanno dall'integrazione con i più diffusi servizi di BigG (Gmail, Google Docs, Google Search, YouTube, Picasa..) alla natura anche mobile dell'applicazione, dalla presenza delle Cerchie per favorire la condivisione di contenuti con una seleziona lista di contatti al fatto di poter importare (con Sparks) i dati del motore di ricerca, dalla possibilità di salvare od eliminare facilmente determinati dati a un sistema di "tagging" delle foto che avvisa l'utente dell'accessibilità alla tal immagine.

E poi la questione della privacy. Google+ nasce privo di impostazioni generali circa la riservatezza dei dati per ciò che si condivide, ma in funzione di quello che si vuole pubblicare è possibile scegliere chi sono i destinatari del contenuto caricato in Rete. In poche parole l'estrema possibilità di personalizzare il servizio è una sorta di "certificazione" per garantire a chi opera nel social network di non essere troppo esposto. Così come avvenuto a suo tempo con Facebook.

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