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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2011 alle ore 13:39.

Google, Facebook, Netflix: le macchine da soldi della "personalizzazione"Google, Facebook, Netflix: le macchine da soldi della "personalizzazione"

Panda" è l'ultimo ritocco nelle complesse formule matematiche al cuore di Google: valorizza le informazioni di qualità pubblicate su internet. Ma da sei anni sono in corso progetti per la "personalizzazione". Gli utenti che scrivono parole nel motore di ricerca possono ottenere risultati adattati alle loro abitudini individuali: i link mostrati vengono influenzati, ad esempio, dai siti web visitati in precedenza, oppure dal luogo del collegamento online. È un'intuizione sfruttata anche da altre piattaforme su internet. Che hanno costruito macchine da soldi attraverso la pubblicità e servizi a pagamento.

Gli iscritti di Facebook visualizzano sulla sinistra del loro profilo nel social network una colonna con i volti dei loro amici: a decidere chi appare è "Edgerank", una formula in grado di calcolare fattori come i voti "mi piace". Inoltre seleziona in modo automatico le informazioni mostrate sulla bacheca nella rete sociale online. Negli Stati Uniti la principale destinazione per chi vuole noleggiare un film da vedere su internet è Netflix: consiglia ai suoi utenti cosa scegliere attraverso l'algoritmo "Cinematch" che analizza quali sono stati gli acquisti di altre persone con interessi simili. Pandora, invece, è una radio su internet e suggerisce le canzoni da ascoltare attraverso le decisioni di altri con preferenze affini. A indagare sulle conseguenze della "personalizzazione" è stato un libro uscito di recente, "The filter bubble": l'autore, Eli Pariser, sostiene che diventa più facile costruire "bolle" dove gli utenti ricevono soltanto le informazioni filtrate in modo automatico da formule matematiche. E perdono di vista la visione d'insieme.

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