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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2011 alle ore 14:42.
Aveva dodici anni Steve Jobs quando trova sull'elenco telefonico il nome "Bill Hewlett": cercava componenti elettronici per un progetto scolastico e decide di chiamare a casa il cofondatore del colosso informatico Hp (Hewlett-Packard). Riceverà il materiale richiesto. E otterrà anche uno stage nell'azienda durante l'estate successiva. Sono passati più di quarantanni da quella telefonata. Hp ha appena annunciato una svolta storica: abbandona la divisione personal computer e punta sul software. La Apple fondata da Steve Jobs è diventata la prima società quotata in borsa per valore di mercato.
È un percorso che inizia alla fine degli anni Settanta con la sfida di arrivare sul mercato con un microcomputer, quando i calcolatori elettronici potevano occupare anche intere stanze. Debuttano i pionieristici Apple I e Apple II, il primo successo commerciale. Un gruppo di ragazzi non ancora trentenni ha aperto una frontiera tecnologica. Alla prima metà degli agli anni Ottanta risale la svolta del Macintosh: ha tra le principali innovazioni il mouse e le prime interfacce grafiche, più intuitive rispetto alla scrittura con i codici informatici. È il 1984: la televisione trasmette uno spot ispirato al romanzo di George Orwell con il motto "Think different". Jobs, però, lascia l'azienda per contrasti con il management.
Comincia un periodo di declino, parallelo all'ascesa globale di Microsoft con il suo sistema operativo Windows. Il lancio del laptop Powerbook non rallenta la crisi. Quando Jobs torna bisogna rilanciare la Apple. Può contare sull'esperienza nell'animazione multimediale acquisita con la Pixar. E riparte dalla musica, una sfida ambiziosa legata alla diffusione della pirateria digitale su internet. Debutta ipod: il lettore mp3 ha una rotellina per gestire i brani ed è connesso con un software che abilita l'accesso e l'acquisto di canzoni, iTunes. Diventa il primo passo per costruire una piattaforma globale. Nel 2007 è il momento di iPhone: il display sensibile al tatto consente l'accesso ad applicazioni software per giocare, leggere, informarsi, lavorare.
L'idea è già stata sperimentata anni prima in Giappone, ma senza successo. Apple, invece, coinvolge gli sviluppatori software per lanciare idee. E i rivali devono correre all'inseguimento. Un anno e mezzo fa arriva iPad: all'inizio molti sono scettici. Ma presto devono ricredersi. Apre la strada per l'accesso in alta definizione e in streaming ai video. È un tassello per lo sviluppo dell'interazione con dispositivi wireless all'interno di un "ambiente intelligente". E conquista subito il pubblico anche in Estremo Oriente. Altri, invece, devono rivedere le loro scelte strategiche.
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