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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2011 alle ore 09:52.

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Gli adepti dei social network, dell'uso continuativo e "maniacale" di Facebook e simili anche per le comunicazioni di business con i colleghi lontani dalla propria scrivania ne avranno sicuramente a male. Sta di fatto che lo studio elaborato dalla società specializzata WebTitan, di certo non il primo ad affrontare l'argomento, ha messo in evidenza come l'utilizzo dei siti sociali dal computer dell'ufficio possa rivelarsi assai dannoso per il bilancio delle aziende.

Nello specifico, si è calcolato che per un'organizzazione con in media 52 addetti in organico la perdita di produttività possa arrivare fino a 65mila dollari l'anno nel caso ciascun dipendente dedichi a Facebook anche solo una ventina di minuti ogni giorno per motivi personali. Lo studio non mette all'indice i social network quale strumento di supporto alle attività di business ma lancia di fatto un monito ben preciso: le aziende che non controllano le attività online del proprio personale rischia di perdere in efficienza e di vedere diminuire il fatturato pro capite di ogni suo addetto (questo uno dei parametri che WebTitan ha utilizzato per arrivare a determinare la cifra di cui sopra).

In altri termini il rischio che Facebook, Twitter e compagnia possano incidere negativamente sul bilancio è, stando a questa indagine, quanto mai reale e si può quantificare in qualche punto percentuale dei salari annui mediamente retribuiti dalle aziende ai propri dipendenti. E proprio per questo WebTitan si è inventato un software, Social Media Cost Calculator, che permette di determinare con buona precisione l'impatto economico dei "colletti bianchi" troppo distratti dalle chat, dai video di YouTube o dall'aggiornamento della propria bacheca personale online. Secondo Ronan Kavanagh, Ceo di SpamTitan (sussidiaria gemella di WebTitan ed entrambbe divisioni della società irlandese CopperFasten Technologies), il problema del social networking è semplicemente un'evoluzione di ostacoli superati dalle aziende nel recente passato, vale a dire l'utilizzo personale del telefono e della posta elettronica.

È necessario però che dentro ogni singola organizzazione, questo il consiglio molto interessato esternato dal manager, si ritenga fondamentale "la definizione di una politica flessibile di gestione dei social network e dei profili che possono averne accesso utilizzando strumenti di Web filtering adeguati".

Bloccare l'accesso ai social network in orario di lavoro va però a sbattere contro le nuove logiche di marketing digitale (per non parlare della questione, sempre molto delicata, della privacy) e una tendenza che vede questi strumenti sempre più diffusi e utilizzati anche in chiave business. I numeri che confermano il successo di Twitter, passato dai 27 milioni di tweet al giorno del 2010 ai 95 milioni nel 2011, del resto sono noti come è noto il livello di popolarità di Facebook, i cui utenti a livello mondiale sono giunti ormai alla soglia dei 650 milioni (erano 350 milioni l'anno passato) e metà di questi accede tutti i giorni alla propria bacheca. Anche dalla scrivania dell'ufficio.

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