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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2011 alle ore 19:11.

BRUXELLES - I fumatori con più di 34 anni non hanno grandi chance di farsi convincere da messaggi positivi, più efficace un pacchetto terroristico con una frase che ricorda «vedi che finisce male». Fino a questa età, sostengono invece gli esperti, chi è tentato dalla sigaretta può essere convinto a smettere con i pro del non fumare: si gustano meglio i sapori, si fa un buon odore, si diventà più belli, ci si sente più giovani, si crea meno ansia nei figli, si vive e sorride di più. Messaggi scritti su magliette indossate da 27 ex fumatori, uno per ogni paese dell'Unione europea, ritratti da John Rankin per la campagna presentata mercoledì a Bruxelles «Ex smokers are unstoppable», seconda fase di Help, avviata a giugno.
L'Unione europea ha creato una piattaforma digitale per arrivare ai suoi destinatari: iCoach, social network che nelle 23 lingue ufficiali dell'Unione fornisce una terapia gratuita in cinque fasi: 1) Non intendo smettere; 2) Dovrei smettere, ma ho ancora qualche dubbio; 3) Smetterò presto; 4) Ho appena smesso; 5) Ho smesso da un po'. L'aiuto online varia a seconda delle risposte date al questionario a domande che testano voglia di cambiare abitudini, motivazioni livello di dipendenza dalla nicotina. Dal 15 giugno al 7 settembre gli utenti registrati sono 20.192; sei Paesi totalizzano la metà degli iscritti (nell'ordine, l'euroscettica Gran Bretagna, poi Romania, Germania, Italia, Spagna e Francia); l'età media è 33 anni, la metà dei giovani iscritti a iCoach ha una laurea.
A Bruxelles, dopo la conferenza, John Dalli, commissario europeo alla Salute, spiega che l'uso dei social media permette «un approccio pragmatico, si possono dividere gli utenti in gruppi per focalizzare l'attenzione su questa fascia di età che registra un aumento dei fumatori mentre altre fasce vanno verso una diminuzione». «Il social network permette di contare quante persone rispondono alla campagna» aggiunge Paola Testori, direttore generale per la salute dei consumatori dell'Ue. L'Unione europea, continua Dalli, deve «puntare su esempi alternativi, non prendere a modelli Superman o Wonder Woman ma persone normali che scelgono una strada alternativa. Insomma non bisogna dire a questi ragazzi "il fumo ti uccide" ma "goditi la vita"». Il commissario spiega anche che le politiche più efficaci nella lotta al fumo si fanno nel Nord Europa, in Danimarca o Svezia: «il Sud Europa è decisamente indietro». (An. Man.)
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