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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2011 alle ore 15:10.

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Il simbolo della manifestazioneIl simbolo della manifestazione

A vent'anni si ha ancora molta voglia di scherzare e così il premio Ig-Nobel non sente affatto il tempo che passa, anzi, ogni edizione sembra riuscire ancora meglio di quella precedente. L'appuntamento quest'anno è per la sera di giovedì 29 settembre alle 19,30, ora di Washington, ovvero l'una e mezza di notte in Italia, quando si accenderanno le luci sul palco del Sanders Theatre della prestigiosa Università di Harvard. Sì, perché la consegna degli Ig-Nobel è diventato un vero e proprio show, con ospiti, piccoli sketch, discorsi, scherzi.

Tutto all'insegna dell'idea che la scienza è sì una cosa seria, ma può anche divertire. Il premio, infatti, viene conferito alle ricerche che, come dice lo slogan, "prima fanno sorridere e poi pensare". A organizzare tutto è la rivista "Annals of Improbable research", insieme alla stessa Università di Harvard. Dire che gli Ig-nobel sono gli anti-Nobel e sono premi alle ricerche-spazzatura, quelle che non meriterebbero mai di impegnare chi lavora in un laboratorio e meno che mai di spendere soldi pubblici, è un modo troppo frettoloso di descriverli. In realtà, come si capisce dal gioco di parole scelto per il nome del premio, tutto è fatto all'insegna di una grande dose di ironia e, quando possibile, di auto-ironia da parte degli stessi scienziati. Insomma, l'idea è che il mondo della ricerca sia bello anche perché è così vario da trovare spazio pure per studi che potrebbero sembrare assurdi e magari invece finiscono per svelarci qualcosa.

Si cominciò nel 1991, quando Alan Kligerman venne premiato nella sezione Mediicna per i suoi studi sui liquidi che prevengono il meteorismo intestinale e Robert Klark Graham in quella della Biologia per aver fondato una banca del seme che accetta donazioni solo da campioni olimpici e Premi Nobel, insieme a chi aveva tentato di dimostrare la cosiddetta "memoria dell'acqua", al padre della bomba all'idrogeno Edward Teller ("per aver dedicato la vita al cambiamento del concetto di pace"), all'autore di un libro di fantasceinza e all'economista padre dei junk-bond.

Da sei premiati si è saliti oggi a una decina all'anno e l'albo d'oro merita sempre un ripasso. Vi si incontrano i medici olandesi che hanno dimostrato che i sintomi dell'asma possono essere curati con le montagne russe (Simon Rietveld, dell'Università di Amsterdam e Ilja van Beest, dell'Università di Tilburg, premiati nel 2010) e chi ha cercato di capire quanta zuppa possa mangiare un essere umano senza mai smettere (Brian Wansink, della Cornell University degli Stati Uniti, vincitore nel 2007), chi ha ideato (e brevettato!) una rete per catturare i rapinatori delle banche (Kuo Cheng Hsieh di Taichung, Taiwan, che è stato premiato nel 2008 per l'economia anziché per l'ingegneria o la fisica, visto lo scopo ultimo della sua invenzione), e chi ha dimostrato come le pulci che infestano i cani siano capaci si spiccare salti più lungi rispetto a quelle che infestano i gatti, senza peraltro definire se questo sia dovuto alla maggiore lunghezza di un animale rispetto all'altro (il premio è stato diviso nel 2008 tra ben tre ricercatori francesi: Marie-Christine Cadiergues, Christel Joubert e Michel Franc, dell'École Nationale Vétérinaire di Tolosa). Senza gli Ig-Nobel non avremmo mai saputo con chi sdebitarci per aver chiarito alcuni misteri della fisica del calibro di come si spiegazzano le lenzuola (premio nel 2007 addirittura a una ricerca congiunta di uno statunitense e un cileno), perché le donne incinte si sbilanciano, ma non cadono (grazie agli studi di tre ricercatori americani premiati nel 2009), perché sul ghiaccio si scivola meno se si mettono dei calzettoni sopra gli scarponi (grazie a tre neozelandesi premiati lo scorso anno) o perché gli spaghetti si spezzano in più di due pezzi.

Resterà per sempre un mistero il fatto che una simile ricerca sia venuta in mente a due francesi anzichè a qualche italiano, ma possiamo consolarci con l'ottimo risultato ottenuto appena 12 mesi fa dal gruppo catanese formato da Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda e Cesare Garofalo, i quali, dati alla mano, hanno provato che le aziende andrebbero avanti altrettanto bene, e anzi meglio, se promuovessero le persone a caso anziché cercare di seguire criteri meritocratici (www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2010-10-01/italiani-vincono-nobel-110326.shtml), con buona pace dei capi del personale degli amministratori delegati di tutto il mondo. In più, ora sappiamo che, all'occorrenza, esiste un reggiseno che può diventare una maschera antigas, che mangiare spade ha effetti collaterali sulla salute e finalmente tutti i fotografi dilettanti sanno quante foto devono scattare per evitare che in un gruppo qualcuno abbia gli occhi chiusi (se vi serve, bisogna dividere per due o per tre a seconda della luce, ma qui trovate ancora il paper dei due matematici australiani .

Gli scienziati hanno ormai capito tutti, o quasi, che non è il caso di prendersela e stanno al gioco, salendo sul palco e tenendo anche lezioni per difendere l'onorabilità dei propri lavori (si svolgono qualche giorno dopo la premiazione e vengono registrate e messe in rete). In fondo la notorietà piace. Alcune ricerche sono diventate dei libri, compresi i volumi che raccolgono parte dei lavori più sorprendenti. E quello che era nato quasi come uno scherzo è oggi un "sistema" che oltre alla rivista ha un bel sito, invia a tutti quelli che si iscrivono una newsletter, raccoglie notizie quasi ogni giorno su ricerche bislacche e che meritino almeno una segnalazione e moltiplica le proprie attività. Gli organizzatori possono così anche annunciare con orgoglio i nomi dei premiati del passato che torneranno quest'anno a partecipare alla cerimonia.

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