Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2011 alle ore 20:00.

Il titolo dell'edizione di Iab forum di quest'anno è "The new normal", per sottolineare la fase di maturità di internet in Italia. I flash dei fotografi accompagnano l'ingresso di Arianna Huffington, presidente e fondatrice dell'Huffington Post, nel nostro Paese per preparare il prossimo sbarco del sito in Italia proprio perchè «è il momento giusto per farlo».

Lo stato dell'arte lo raccontano i numeri della pubblicità online, anticipati dal Sole 24 Ore. Entro il 2012 sarà seconda soltanto alla televisione. «Oggi - spiega Salvatore Ippolito, presidente vicario dell'associazione che rappresenta gli operatori della pubblicità online in Italia - il mercato pubblicitario su internet rappresenta il 14% del totale. Nel 2006 era appena il 4%». A fine anno gli investimenti raggiungeranno 1,2 miliardi di euro, con una crescita del 15% rispetto all'anno scorso. Cresce l'investimento medio, ma anche il numero delle aziende inserzioniste: +27% solo nel 2011. Gli utenti internet nel Paese sono quasi 30 milioni, ma la internet economy vale il 2% del Pil, la metà rispetto alla media europea. Qui il report di Iab con le performance per ogni settore e il confronto internazionale.

Era previsto l'intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che però, a causa degli impegni politici, non è potuto venire di persona e ha provato un collegamento da Montecitorio. Che però non ha funzionato, dando spazio a diverse ironie sul ritardo della digitalizzazione in Italia. Fini è poi riuscito a intervenire con un video registrato.

Paolo Anio, presidente di Banzai, riprendendo la provocazione di un blog che ha avuto molto successo in rete in questi giorni, ha detto: «Se Steve Jobs fosse nato a Napoli certamente non avrebbe fondato Apple. Probabilmente avrebbe cambiato Paese. Non sono preoccupato, credo che anche in Italia la politica capirà quanto è strategico lo sviluppo di internet e la digitalizzazione. Ci arriveremo tardi, ma ci arriveremo. Però sono arrabbiato perchè abbiamo già perso troppe occasioni».

Silvia Candiani, marketing and operation director di Microsoft Italia, sottolinea «la mancanza di una buona formazione tecnica: il divario è culturale, non riguarda solo le infrastrutture». Antonio Converti, ceo di Libero, parla di «burocrazia micidiale». «Negli Stati Uniti è più facile la fase di start up, però dobbiamo essere fieri del made in Italy» aggiunge Giulio Corno, presidente di Triboo, mentre Giancarlo Vergori, direttore generale di Matrix, è critico: «In Italia siamo troppo esterofili, basta pensare che oggi tutti gli occhi sono per Arianna Huffington». Dal dibattito emerge il ritardo nella digitalizzazione della pubblica amministrazione - nel collegamento registrato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha detto che porterebbe un risparmio di 40 miliardi di euro l'anno -, nella digitalizzazione delle pmi e nella "preparazione" degli italiani.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi