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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2011 alle ore 08:18.

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Quando esce Call of Duty: Modern Warfare 3, il seguito di un gioco che ha incassato più di un miliardo di dollari in meno di un anno e ha raggiunto 400 milioni di dollari in sole 24 ore dal lancio è difficile rimanere indifferenti. La professoressa Nina Huntemann della Suffolk University ha reagito scrivendo un libro dal titolo "Joystick Soldiers: The Politics of Play in Military Video Games" accusando l'industria del videogame e più nello specifico il genere degli sparatutto di speculare sulla paura del terrorismo. In Germania la Peta, una associazione che si batte per il trattamento etico degli animali ha protestato con un altro sparatutto, Battlefield 3 (sempre per Xbox 360 e Ps3), accusandolo di propugnare metodi di soppressione sadica dei ratti. In effetti nell'avventura in single player con il coltello si possono giustiziare i topi. Come anche è vero che in questo capitolo di Call of Duty, Makarov uno spietato terrorista russo seminerà terrore e distruzione colpendo i simboli dell'occidente, dal Tower Bridge a Londra alla Casa Bianca a Washington alla Tour Eiffel, con l'intento di scatenare la terza guerra mondiale (tanto per cambiare ndr). Ma, prima di allarmarsi, va ricordato che parliamo di due giochi vietati ai minori di 18 anni. Adatti a un pubblico maturo, come si suol dire. Un pubblico che è sempre esistito: parliamo degli appassionati dei film d'azione e di guerra. Quest'anno poi il genere degli sparatutto, crudeltà gratuita e sadismo demenziale a parte (non manca mai in questi titoli) ha raggiunto su console livelli di coinvolgimento straordinario. In Call of Duty si spara come matti – come al solito – ma è difficile rimanere indifferenti alle città che si sgretolano intorno al tuo mirino. Spettacolare come nei moltissimi film hollywoodiani sull'Apocalisse, il cielo, il fumo, le fiamme. La stampa specializzata ha promosso a pieni voti il gioco sviluppato da Infinity Ward che ha già polverizzato ogni record di vendita rispetto ai precedenti capitoli.
Ma la sorpresa quest'anno è rappresentata dal gioco sviluppato dalla software house Dice. Battlefield 3 ha davvero alzato gli standard di un genere che sembrava aver già detto tutto quello che c'era da dire. La storia è da dimenticare: sei un marine d'elite delle truppe Usa impegnato a invadere – udite udite – l'Iran. Trama a parte, qualcuno chiaramente se l'è presa male, il gioco sfrutta il motore grafico più potente in circolazione con effetti di fotorealismo mai raggiunti. Rispetto a Call of Duty si allenano meno i riflessi ma realismo, sonoro e dettaglio ti catapultano davvero in un teatro di guerra.
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