Dati condivisi al servizio delle Regioni

Ultima giornata per l'Internet governance forum Italia a Trento: è un'occasione per ricostruire una sorta di mappa delle frontiere della rete e della sua continua evoluzione. A partire dagli open data: sono i dati condivisi in un formato riutilizzabile per progetti creativi, informativi e imprenditoriali. La Regione Piemonte è stata il pioniere nazionale, seguita per il momento dalla Regione Emilia Romagna. I primi passi ormai sono stati fatti, soprattutto da parte della pubblica amministrazione. «È il momento di capire in che modo l'open government influenza le attività della società civile», osserva Maurizio Napolitano, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler. Internet ha ampliato gli spazi di partecipazione anche nei Paesi in via di sviluppo. Come ha mostrato di recente la primavera araba iniziata in Tunisia, la nazione dove è partita sei anni fa l'intuizione di lanciare gli Internet governance forum. Anzi, l'Africa è diventata il secondo mercato per sottoscrittori di telefonia mobile, dopo la regione Asia Pacifico, come sostiene un report della società d'analisi Informa. L'utilizzo capillare di social network, mondi digitali online, piattaforme di ecommerce porta alla luce quesiti sull'identità digitale, a partire dalla portabilità della reputazione dei cittadini tra spazi digitali differenti. Reti sociali digitali, sviluppo sostenibile e open data sono soltanto alcuni tasselli di un mosaico più complesso. È in corso la transizione da ipv4 a ipv6: faciliterà, per esempio, l'accesso online per i Paesi emergenti e standard di sicurezza più elevati. La banda larga è un'infrastruttura per l'innovazione che abilita servizi a valore aggiunto, ma la diffusione della fibra ottica resta ancora limitata a poche città: fa parte dei temi discussi da Agenda digitale italiana, un'iniziativa lanciata all'inizio dell'anno che ha portato alla luce i ritardi nell'economia nazionale. (lu.d.i.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA