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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2011 alle ore 08:19.

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«L'importante è essere pragmatici». Ger Baron, direttore di Amsterdam Innovation Motor e deus ex machina del progetto Amsterdam Smart City, non ama le formule vuote di contenuto. Anche perché non dirige un ente pubblico, che può permettersi di decidere d'imperio, ma una partnership tra Comune, imprese e centri di ricerca, creata per facilitare l'innovazione sostenibile.
Da cosa siete partiti?
«Da una smart grid. Nel 2007, volevamo migliorare l'efficienza energetica della città e abbiamo pensato di offrire ai cittadini informazioni puntuali sui loro consumi. Il distributore locale di energia elettrica, Alliander, ha investito cento milioni all'anno per dotare la rete di sensori e fornire agli abitanti dei contatori intelligenti per tenere d'occhio i consumi. A questo punto la rete è stata quasi tutta riconvertita, con l'aiuto di Ibm e Cisco. Abbiamo garantito finanziamenti a tasso agevolato ai condomini disposti a migliorare la performance energetica degli edifici, che si ripagheranno con i tagli sulle bollette, coinvolgendo altre imprese locali, come Philips e Nuon, che ci hanno fornito le loro tecnologie».
Avete ottenuto buoni risultati?
«Direi di sì, ma soprattutto abbiamo imparato delle cose. Abbiamo capito che bisogna tenersi su livelli low tech se si vuole che gli strumenti vengano usati da tutti. I primi contatori elettronici che abbiamo provato erano troppo complessi e non piacevano. Alla fine, ci siamo orientati su un apparecchio molto più semplice, che assomiglia a un termostato con una serie di funzioni aggiuntive. Ora lo usano tutti. È molto importante ascoltare i suggerimenti che arrivano dal basso, non imporre una soluzione e poi lasciare che i cittadini se la sbroglino da soli, altrimenti si rischia di spendere soldi senza ottenere nulla».
Altri progetti importanti?
«Abbiamo elettrificato 200 punti di attracco, in modo che i barconi che vengono usati per la consegna delle merci possano essere riconvertiti alla propulsione elettrica. Una flotta di barche elettriche è già a disposizione dei turisti. Nello stesso spirito, abbiamo installato 200 colonnine di ricarica per le auto elettriche, garantendo l'uso di una colonnina davanti a casa ai cittadini disposti a comprarsi una e-car. La risposta è stata tale che adesso ne stiamo aggiungendo altre mille. Entro il 2015 contiamo di avere 10mila auto elettriche su strada».
Qual è il successo che le sta più a cuore?
«L'inversione del flusso nella pianificazione urbana. L'apertura dei dati del Comune ha creato una grande partecipazione alla gestione della cosa pubblica da parte dei cittadini, da cui arrivano proposte, idee su come riconvertire aree degradate, dove collocare le piste ciclabili e così via».
L'EcoMap di Cisco segnala che Amsterdam è sulla buona strada: con 4,3 tonnellate di CO2 all'anno pro capite emette la metà della media europea.
«Sì, ma si può fare meglio». (e. co.)

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