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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2011 alle ore 20:00.

Mentre i paesi europei sono alle prese con la crisi dell'euro e forse più in generale della coesione dell'Unione europea, mentre l'Europa nel suo complesso costituisce una minaccia di crisi economica globale a causa degli investimenti che paesi come gli Stati Uniti e la Cina vi hanno profuso attraverso la sottoscrizione dei bond europei, esiste un'altra Europa quella della scienza che si accinge a coronare un ruolo di riferimento internazionale sempre più marcato nel campo dello studio dei costituenti ultimi dell'universo grazie al successo dell'impresa Lhc. E' l'Europa del Cern , il Centro europeo per la fisica fondamentale che, con le indicazioni fortissime sulla identificazione dell'esistenza del mitico bosone di Higgs segna in modo definitivo la supremazia dell'Europa a livello planetario. Una strategia di tempi lunghi nata quando il Cern, all'indomani della seconda guerra mondiale che aveva prostrato l'Europa , era stato istituito proprio per impedirne la colonizzazione scientifica a vantaggio di potenze più organizzate di oltreoceano. Una strategia alla quale gli Stati europei, oggi venti, hanno aderito ben prima che l'idea di Europa anche se solo economica si facesse faticosamente strada. Un modello non basato sulle economie ma sulle competenze nel quale ogni stato, indipendentemente dal suo PIL e quindi dal suo contributo all'organizzazione, vi è rappresentato con eguale peso, nel quale rappresentanze diplomatiche coniugano i loro sforzi a fianco delle rappresentanze scientifiche in seno all'organo di controllo, il Council.

Consapevole del suo ruolo trainante a livello mondiale è proprio degli ultimi mesi l'allargamento del Cern al di fuori dei confini geografici europei con una riforma delle modalità di collaborazione e l'importante decisione di ammettere come stati membri anche paesi non gravitanti intorno all'Unione europea. Cinque sono le nuove applicazioni per divenire paese membro che saranno processate nei prossimi anni e molte altre le adesioni ad associare al Cern le proprie attività sono in discussione da parte di grandi paesi come il Brasile e l'India. L'allargamento geografico viene accompagnato da un allargamento scientifico sia delle tematiche che possono ricadere sotto la competenza e il supporto del Cern sia riguardo alla disponibilità di partecipare, in un'ottica globale, alle future imprese nel settore dei grandi acceleratori che richiederanno sempre più risorse globali e non solo europee.
La fisica degli acceleratori negli ultimi anni non solo ha soddisfatto la sempre maggiore ansia di conoscere l'universo che ci ospita, ma è stata anche motore unico di innovazione, un esempio fra tutti il web, concepito al Cern come utile strumento di comunicazione di condivisione delle informazioni, ma anche le terapie basate su fasci di particelle o ancora i moderni mezzi di diagnostica medicale.

Ma il Cern è solo la chioma di un albero dalle radici fortissime che gli forniscono la linfa necessaria: le istituzioni di ricerca dei paesi membri del Cern. E di nuovo, in questo settore,
sono capovolti i meriti dei paesi come l‘Italia che non rappresenta la cenerentola del gruppo, bensì uno dei paesi più forti e competitivi, reale traino dell'intera comunità scientifica.
I due seminari "storici" di oggi sono stati tenuti da due italiani, porta parola di comunità vastissime e da queste scelti per le loro capacità, come pure italiani sono anche i porta parola degli altri due grandi esperimenti all'Lhc. Italiano è il direttore per la ricerca che cura in particolare l'armonizzazione tra gli esperimenti e la macchina, tra gli esperimenti e le poderose strutture di calcolo che ne macinano i dati raccolti. Italiani sono stati due dei direttori che hanno promosso il programma Lhc di cui celebriamo oggi il successo.

Ma, e forse soprattutto, l'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), instancabile fucina di talenti e di attività, costruttore di infrastrutture di ricerca e partner da sempre di tutte attività di frontiera del Cern. E' anche grazie a questo insieme di fisici, ingegneri tecnici e amministrativi motivati da una missione comune che il Cern ora può raccogliere i frutti di tanti investimenti. Per consentire però che tali investimenti scientifici abbiano una ricaduta di innovazione tangibile nel nostro paese è fondamentale che attività di ricerca collegate a quelle del Cern siano mantenute anche in Italia. Il recente piano nazionale della ricerca ha approvato tra i progetto bandiera il progetto superB flavour factory, ovvero la costruzione di un acceleratore di nuovissima concezione che, se non può rivaleggiare con il"grande fratello" del Cern quanto alle energie raggiunte, cerca di percepire segnali di nuova fisica puntando sull'abbondanza delle collisioni prodotte. Cento volte più collisioni all'anno delle macchine finora concepite per la nuova SuperB consentiranno di osservare segnali di quella nuova fisica che sarà evocata a seguito del dibattito che il Cern,con le forte indicazioni sulla esistenza dell'Higgs, si accinge ad aprire. Nel progetto italiano la sfida all'innovazione ed alle applicazioni tecnologico-industriali sarò ancora più manifesta, comprendendo al suo interno l'utilizzo della luce di sincrotrone che illuminerà, di nuovo in complementarità con strutture esistenti in Italia e all'estero, gli studi su nuove nano strutture, sul funzionamento dei meccanismi biologici e sull'ingegneria delle nuove proteine. Gli investimenti in infrastrutture scientifiche in Italia sono garanzia di trattenimento dei migliori cervelli, di sviluppo del territorio che le ospita, di attrazione di competenze e di investimenti stranieri, di miglioramento della competitività italiana nei settori dell'alta tecnologia, della formazione di giovani alla creatività e alla capacità di lavorare in gruppo ad imprese estremamente complesse e pluridisciplinari.

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