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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2011 alle ore 22:13.

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La cometa Lovejoy, di cui abbiamo scritto giorni fa, vista ora dalla Stazione Spaziale InternazionaleLa cometa Lovejoy, di cui abbiamo scritto giorni fa, vista ora dalla Stazione Spaziale Internazionale

Sembra l'abbia fatto apposta, Lovejoy, a sopravvivere all'abbraccio mortale del Sole e regalarci quest'immagine mozzafiato per Natale. La piccola cometina di 200 metri di diametro era sopravvissuta nei giorni scorsi a un incontro ravvicinato con la nostra stella, passando attraverso la sua atmosfera caldissima, qualche milione di gradi.

Ora se ne sta allontanando in gran fretta ma ha sviluppato una coda di migliaia e migliaia di chilometri, non visibile a occhio nudo, che è stata però immortalata dalla Stazione spaziale internazionale, ISS.
L'astronauta Dan Burbank, con una normale macchina reflex di buona qualità, è riuscito a scattare questa foto e spedirla a terra.

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Lovejoy il nome lo ha preso da quello del suo scopritore, come uso, un appassionato che l'ha intravista per primo in cielo come un piccolo puntino bianco in mezzo a mille altri, alla fine di novembre , e ha capito che era una cometa in arrivo e non una delle stelle di quel pezzo di cielo.

Ma come fa un piccolo corpo di soli 200 metri di diametro a produrre una coda così bella, visibile e soprattutto estesa? Facile. Il Sole, con la sua luce ultravioletta e il vento solare formato da particelle che emette continuamente, incide sulla cometa e, sia per riscaldamento che per urto, stacca dal leggerissimo velo di ghiaccio disteso sulla superficie della cometa miliardi e miliardi di minuscole particelle di ghiacci e polvere, che vengono poi sospinti ulteriormente dalla radiazione solare.

È questa la coda della cometa, il cui nome significa appunto "stella con la chioma", miliardi e miliardi di minuscoli catarifrangenti illuminati dalla luce solare, una coda tanto grande quanto impalpabile. Se potessimo idealmente metterla in un sacco non occuperebbe un volume maggiore quello di una lavatrice. Beati gli astronauti della ISS quindi che si godono lo spettacolo e grazie per questo regalo natalizio che ci hanno fatto.

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