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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2012 alle ore 18:45.

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Prima l'ammissione del Chief financial officer della divisione Windows, Tami Reller, che in occasione di un incontro con gli investitori ha dipinto un panorama non certo entusiasmante – per lo meno nel breve termine – per il mercato dei personal computer (scenario in effetti confermato dai dati preliminari relativi al 2011 di Idc), e conseguentemente per i conti di una business unit vitale per i conti di Microsoft.

Poi la voce, ma qui siamo nel campo delle indiscrezioni (riportate in primo piano da BloombergBusinessweek), secondo cui il gigante di Redmond starebbe lavorando a un piano di ristrutturazione delle operazioni di marketing, manovra che includerebbe il taglio di centinaia di posti di lavoro.

Stando alle fonti anonime che hanno reso pubblica questa voce, i primi segni tangibili della riorganizzazione si dovrebbero vedere entro i prossimi 30 giorni e sarebbero focalizzati ad eliminare ridondanze di responsabilità per rendere più reattivo il marketing della compagnia – che impiega globalmente 25mila persone sulle 90mila complessivamente in organico - nella sfida a distanza con Apple e Google, che stanno intensificando le proprie offerte verso l'utenza business, e la stessa Amazon. La mossa, per certi versi, darebbe oltre tutto seguito a quanto espresso di recente dal Ceo Steve Ballmer, per cui i diversi miliardi di dollari spesi nel marketing e nelle attività di supporto alle vendite (13,9 miliardi quelli iscritti nell'esercizio fiscale 2011) non stanno producendo un adeguato ritorno in termini di business.

Per Microsoft, in altri termini, la crescita delle vendite delle rivali in campo aziendale – Apple, secondo stime di Forrester Research, ha generato entrate per 19 miliardi di dollari con gli iPad e i computer Mac spediti ai clienti corporate, una cifra in salita del 58% rispetto al 2010 – potrebbe significare la necessità di qualche cambiamento strutturale in corsa, necessario secondo alcuni anche per sostenere i costi relativi alla decisa virata in ambito cloud e quelli resisi necessari per gestire l'integrazione degli asset di Skype (il cui acquisto è costato 8,5 miliardi di dollari).

Affermare, come ha fatto l'analista Brendan Barnicle della Pacific Crest Securities, a concludere che "il business di Windows è sotto assedio" è forse eccessivo ma è indubbio che il rallentamento del mercato pc registrato nel 2011 – Idc ha stimato per il quarto trimestre un calo delle vendite in volumi dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2010 e un incremento limitato all'1,6% su base annua per complessivi 352,4 milioni di pezzi spediti – non può lasciare troppo tranquilli i vertici di Redmond. Sebbene Windows 8 sia ormai alle porte e molti addetti ai lavori sono convinti del fatto che il nuovo sistema operativo possa ridare uno slancio vigoroso alla domanda di computer.

Nel frattempo, in casa Microsoft possono rallegrarsi con le stime rese note ieri da Morgan Stanley, secondo cui saranno almeno 43 milioni i Windows Phone che verranno venduti nel corso del 2012. Di questi, ben 37 milioni sarebbero targati Nokia e i rimanenti 6 milioni a marchio Htc. La piattaforma mobile di Redmond è stata adottata anche da Lg, Acer e dalla cinese Zte, il che fa presagire che il computo totale di smartphone equipaggiati con Windows possano essere anche molti di più. Stime che, se confermate dai fatti, regalerebbero da subito al gigante nordamericano un ruolo di peso nell'economia dell'industria dei telefonini, tanto più se dovessero essere reali le previsioni per il 2013, che parlano di una possibile domanda di complessivi 74 milioni di Windows Phone.

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