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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2012 alle ore 16:08.

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Tutti pazzi per i drive UsbTutti pazzi per i drive Usb

Cara, piccola, preziosa "chiavetta". Il drive Usb è entrato nel nostro quotidiano, e a quanto pare sembra destinato in un futuro molto vicino a essere il dispositivo contenente i dati personali e aziendali che ognuno di noi si porterà in giro nel taschino della giacca, o, perché no, attaccato al collo. Proibito, insieme alla maglia della salute e al tablet, dimenticarlo quando si esce di casa.

Eppure, della funzione importante della Usb c'è forse poca sensibilità, come conferma uno studio condotto dal Ponemon Institute su quasi 3000 professionisti di dieci paesi europei commissionato da Kingston Digital Europe Ltd, affiliata di Kingston Technology Company, Inc., uno dei principali produttori mondiali di memorie. L'obiettivo dello studio era quello di capire come le aziende gestiscono sicurezza e privacy dei dati raccolti e conservati sui drive Usb. Ebbene, dall'analisi emerge come molte società ignorino i rischi derivanti dalla mancanza di adeguate politiche di sicurezza e dall'utilizzo di drive Usb non crittografati. Per carità, tutti o quasi gli intervistati riconoscono l'importanza della sicurezza e dell'uso di Usb in ambito professionale, ma la stragrande maggioranza degli intervistati (il 71%) pensa che la propria azienda non dispone di tecnologie capaci di prevenire o individuare rapidamente accessi non autorizzati ai dati sensibili salvati su drive Usb. Ahinoi, c'è di più. Molte società ignorano completamente i rischi connessi all'uso di drive Usb non crittografati. Il risultato è che negli ultimi due anni, il 62% ha subìto la perdita di dati riservati a causa dello smarrimento degli stessi drive.

Piccoli e trasportabili, ma proprio per questo a rischio di smarrimento...La consapevolezza dell'importanza della sicurezza in ambito storage è più forte in Germania, dove il 62% delle aziende adotta una policy di sicurezza dedicata a Usb, al fine di evitarne un uso improprio da parte dei dipendenti. Al contrario, Francia e Polonia sono le più malmesse: rispettivamente, l'85% e l'83% delle aziende permettono ai dipendenti l'uso di dispositivi Usb senza alcuna autorizzazione. Nei dieci paesi interessati alla ricerca, il 63% delle aziende conferma che la perdita dei drive Usb viene raramente denunciata alle autorità competenti, mentre Francia, Regno Unito e Polonia hanno il più alto tasso di violazione dei dati a causa dello smarrimento delle chiavette. Tutto questo è, secondo quelli di Kingston, conseguenza diretta della mancanza di controlli, di training e formazione dei dipendenti, e della confusione che regna sovrana in molte aziende. Non può essere altrimenti, cisto che tante aziende credono ancora che controllare i dispositivi di storage sia inutile e, soprattutto, costoso dal punto di vista economico e della produttività.

Sbagliato, perché le chiavette, a fronte di costanti miglioramenti tecnologici, sono sempre più semplici da utilizzare, convenienti e sicure. L'Italia non figurava nel novero dei dieci paesi europei oggetti dell'indagine, ma Kingston si rifà a un sondaggio locale, realizzato tramite il sito Survey Monkey. com che conferma ampiamente la tendenza del resto dell'Europa: grande consapevolezza delle aziende dei rischi che corrono con un utilizzo scorretto dei drive Usb da parte dei propri dipendenti, ma altrettanto grande inerzia nell'adozione delle misure necessarie per prevenirli. Il 58% dei rispondenti dichiara che l'azienda per la quale lavora non prevede una policy specifica, e qualora esistessero delle norme da rispettare, il 42% non prevede comunque obblighi di utilizzo di drive Usb sicuri. Strano atteggiamento. E dire che praticamente ogni mese i giornali riportano casi di perdita di dati sensibili da parte delle aziende.

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