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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2012 alle ore 07:53.

LOS ANGELES - Google ha lanciato la sfida al mondo della tv con la sua nuova piattaforma, ma i risultati sono (per ora) deludenti. Lo scorso autunno il colosso dei motori di ricerca aveva presentato il suo ambizioso piano d'investimenti (100 milioni di dollari) per creare cento canali su YouTube con contenuti di qualità televisiva, fino a 25 ore di programmazione nuova ogni giorno con film, telefilm, programmi di vario genere.

A Wall Street, dunque, ieri l'attesa era particolarmente grande per i risultati finanziari del gruppo, i cui titoli in queste prime settimane del 2012 hanno addirittura perso l'1,7% mentre l'indice Nasdaq ha guadagnato il 7,1%. I risultati non lasciano pensare a un'inversione di tendenza per le quotazioni almeno nell'immediato: il fatturato è stato pari a 8,1 miliardi di dollari contro gli 8,4 attesi, mentre l'utile per azione è stato 9,5 dollari contro i 10,40 previsti. La reazione del mercato è stata netta e immediata: il titolo è crollato del 10% nelle contrattazioni afterhours. Il colosso internet continua a rafforzare la sua posizione dominante nel campo dei motori di ricerca, ma deve anche fronteggiare numerose difficoltà: un'economia mondiale sempre più debole soprattutto in Europa, la concorrenza sempre più agguerrita di Facebook nei social media e costi in crescita, un fattore che preoccupa molti analisti.

Più stabile invece la posizione di Ibm, che ieri ha riportato un aumento dell'utile superiore al 10% per l'undicesimo trimestre consecutivo e ha previsto un utile di 20 dollari per azione entro il 2015. Il profitto per azione è stato superiore al previsto (4,71 dollari contro 4,62) e il fatturato solo lievemente inferiore (29,5 miliardi contro 29,7). La Ibm si riconferma una potenza assoluta nel campo dell'informatica e dei servizi per le imprese, allunga le distanze dalla sua più vicina concorrente, la Hewlett-Packard, e convalida le sue aspettative per il futuro. La società ha elevato le stime sul fatturato e i profitti del 2011 tre volte nel corso dello scorso anno.
Meno brillante è la situazione alla Microsoft, dove la progressiva flessione del business di Windows continua a pesare sui risultati finanziari. Il gruppo fondato da Bill Gates ha tuttavia sorpreso positivamente con un fatturato stabile a 21 miliardi di dollari e un utile per azione (0,78 contro 0,76 centesimi) lievemente superiore alle attese. Resta il fatto tuttavia che il mercato mondiale dei personal computer non è cresciuto l'anno scorso e la pirateria rampante in molti Paesi emergenti continua a danneggiare le divisioni Windows e Office, quelle che tradizionalmente hanno generato la parte del leone dei profitti aziendali.

Intel infine ha confermato un anno straordinario nonostante la debolezza dell'economia mondiale. Grazie alla diversificazione del proprio portafoglio di prodotti, il fatturato è salito da 11,5 a 13,9 miliardi e l'utile ha raggiunto i 64 centesimi per azione contro i 61 anticipati dagli analisti.
Apple ieri ha dato una scossa infine al nascente settore dei libri di testo digitali con tre nuove applicazioni per iPad. La società ha presentato la nuova versione (gratis) di iBooks, che consente di prendere appunti, cercare parole chiave nel testo, e rispondere a questionari per prepararsi agli esami; iBooks Author, un software che aiuta invece gli insegnanti a creare il proprio libro di testo basandosi su quelli esistenti; e infine iTunes U, un'applicazione che consente di disegnare corsi online scaricabili sul tablet. In aggiunta la Apple inizierà a vendere le versioni digitali dei libri di testo pubblicati dalle case editrici McGraw Hill, Pearson e Houghton Miffin Harcourt al prezzo di 15 dollari l'uno. L'ingresso strategico nel settore dell'istruzione potrebbe non solo favorire la Apple nel nascente segmento dei libri di testo digitali, ma promuovere anche le vendite di iPad ai danni della concorrenza.

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