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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2012 alle ore 19:41.

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L'iPhone 5 potrebbe arrivare la prossima estate, almeno stando al sito 9to5Mac.com, in genere affidabile sui rumors dei prodotti Apple. Le aziende si stanno preparando a iniziare la produzione del nuovo smartphone della Casa di Cupertino. Sul sito si legge che l'informazione è arrivata «da una fonte affidabile interna alla compagnia Foxconn, in Cina», leader mondiale nella produzione di componenti elettronici.

Tuttavia ci sono ancora diversi campioni prototipo, e ancora non si sa quale sarà il modello definitivo. Nessun modello ha un disegno "a goccia", si legge sul sito che spiega come i prototipi esistenti non ricalcano iPhone 4 e 4S e avrebbero una forma più lunga e più ampia.

Per confermare l'autorevolezza e l'affidabilità della fonte il sito ha specificato che si tratta della stessa che l'anno scorso, quando in molti credevano che sarebbe uscito il l'iPhone 5, aveva riferito che in realtà Apple avrebbe lanciato il modello 4S.

Proprio oggi il New York Times ha pubblicato un'approfondita inchiesta sulle condizioni dei lavoratori Foxconn. Orari di lavoro eccessivi, a volte per sette giorni a settimana, dormitori superaffollati, lavoratori minorile, lunghissime ore in piedi fino a non riuscire a camminare, nessuna considerazione per le condizioni di salute e per i materiali nocivi utilizzati nella produzione. Tutto questo nella stanze dove vengono assemblati gli iPad e gli iPhone

Le accuse non sono nuove. L'articolo parte dall'esplosione del maggio scorso in una fabbrica della Foxcom a Chengdu, nel sud della Cina, in cui morirono almeno due persone, e molte altre rimasero ferite. Ma quello non fu l'unico episodio, ricorda il Nyt. Due anni fa, 137 operai in una fabbrica di fornitori della Apple rimasero feriti dopo che gli fu ordinato di usare una sostanza chimica per pulire gli schermi dell'iPhone.

I dirigenti della Apple - scrive ancora il giornale - assicurano che la società ha fatto molti progressi per migliorare le fabbriche negli ultimi anni, dotando i fornitori di un codice di condotta che definisce le norme in materia di lavoro, misure di sicurezza e altre regole. Ma, dai rapporti che la stessa società di Cupertino ha reso pubblici, risulta che dal 2007 oltre la metà dei fornitori ha violato almeno una delle norme previste dal codice.

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