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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2012 alle ore 15:46.

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La consumerizzazione IT chiama, le aziende rispondono. Il tema è infatti tra i più caldi: la consumerization (da cui la traduzione letterale) è il fenomeno in base al quale l'uso e lo stile delle tecnologie in ambiente lavorativo vengono dettati dall'evoluzione dell'uso di tecnologie personali. Evoluzione rapida, che vede nelle aziende una diffusione sempre maggiore di smartphone, tablet e notebook, oltre a social network e servizi online già ampiamente usati al di fuori dell'ufficio.

«È un fenomeno più sociale che tecnologico, e le aziende – che hanno ormai perso la leadership dell'innovazione – cominciano a capirlo. Si sta annullando la differenza tra IT aziendale e individuale: lo testimoniano le grandi applicazioni che nascono in ambito personale e trovano effetto nel business», spiega Mariano Corso, professore di "Organizzazione e risorse umane" e cofondatore dell'"Osservatorio ICT & Management" della School of management del Politecnico di Milano.

Ma quali sono i trend relativi all'uso di strumenti informatici personali per il lavoro? Avanade, società che fornisce soluzioni tecnologiche e servizi informatici per le aziende, ha voluto indagare e a novembre 2011 ha commissionato a Wakefield Research un sondaggio tra 605 dirigenti di livello C, responsabili di business unit e IT di 17 paesi. Il titolo l'hanno dato i risultati: "Sfatare i sei miti dell'IT consumerization".

Innanzitutto, non è vero che le aziende si oppongano al fenomeno: a livello globale l'88% dei dirigenti dichiara che i dipendenti utilizzano attualmente i propri strumenti informatici per fini professionali. Percentuale che sale al 90 a livello italiano. E la maggior parte delle aziende (60% dato globale, 63% italiano) dice di aver avviato progetti di adeguamento dell'infrastruttura IT per accogliere i dispositivi dei dipendenti.

In secondo luogo, le aziende dispongono del personale e delle risorse necessarie per gestire l'uso delle tecnologie di consumo. In media, stanno investendo il 25% del budget IT complessivo nella gestione della consumerization. Anche in Italia, dove il dato si aggira intorno al 28 per cento. Oltre alle risorse e ai budget già impegnati, gran parte dei dirigenti (79%) vuol realizzare nuovi investimenti nei prossimi 12 mesi (e il dato italiano arriva al 93%).

Consentire l'uso delle tecnologie personali non serve però come leva di reclutamento. Meno di un terzo dei responsabili (32%) ha modificato le politiche aziendali per rendere il luogo di lavoro più allettante per i dipendenti più giovani. Mentre in Italia a rispondere positivamente è stato il 63 per cento. «Se prima si credeva che una politica di tipo BOYD (Bring your own device) fosse un incentivo a far entrare in azienda i cosiddetti Millennials (la net, si comprende ora che la consumerization viene usata principalmente per migliorare il lavoro di chi è già presente», dice Roberto Chinelli, senior director di Avanade. «Gli intervistati hanno risposto per il 58% (67% a livello italiano ) che il risultato più importante è offrire ai dipendenti la possibilità di lavorare ovunque si trovino». Incrementando la produttività.

«E non è vero che i dispositivi personali vengano usati solo per controllare la posta o accedere ai social network. Certo – continua Chinelli - sono sempre in cima (85% la posta e 46% i social), ma sono molto frequentati il CRM (Customer relationship management, 45%), le applicazioni per il monitoraggio delle spese (44%) e l'ERP (Enterprise resource planning, 38%)». In Italia troviamo al primo posto l'accesso alle email (82%), seguito subito dall'ERP (63%).

Quinto punto: IT consumerization non vuol dire Apple. Anche se il dibattito tra media e specialisti può far pensare il contrario - sostiene l'indagine di Avanade - non sono iPhone e iPad a guidare da soli il trend. I più noti device privati sono gli smartphone basati su Android, BlackBerry e laptop di Apple. Sul podio italiano ci sono BlackBerry, iPhone e laptop con sistema operativo Windows. Per il 25% dei responsabili (37% in Italia), i dipendenti portano i propri strumenti al lavoro perché l'azienda non offre quelli desiderati.

Le tecnologie di consumo con funzioni di protezione integrate, infine, non possono essere ancora usate in sicurezza all'interno degli ambienti lavorativi. Il 55% delle aziende (90% in Italia) ha dichiarato di aver già subito una violazione per il dilagare dei dispositivi personali. In tutti i settori, e per aziende di qualsiasi dimensione, la sicurezza (66%) è considerata il rischio principale dell'IT consumerization, seguita dai dati non gestiti (37%).

Per aiutare a gestire il cambiamento in atto, Avanade ha sviluppato una applicazione mobile per gli utenti di Windows Phone: sarà rilasciata a breve e raccoglierà questa e altre ricerche sul tema della consumerization, con la possibilità di guardare video, condividere informazioni e dati. Altre indagini e approfondimenti seguiranno.

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