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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2012 alle ore 12:31.

di Luca Dello Iacovo
A trasformare Facebook in una macchina da soldi è la pubblicità: nella prima pagina dove arrivano gli aggiornamenti dagli "amici" mostra, sulla destra, gli annunci pagati dalle aziende e da altri inserzionisti. Sono grandi quanto un francobollo, da moltiplicare per 800 milioni di utenti attivi nel mondo. Ma fin dall'inizio era chiaro a Mark Zuckerberg, cofondatore del social network, che non voleva i tradizionali banner.

L'ultima evoluzione sono le "storie sponsorizzate": i consigli per gli acquisti vengono accompagnati dai voti del "mi piace". E rivelano il passaggio a una pubblicità dove i portavoce sono gli iscritti nel social network. Di recente, Facebook ha varato anche promozioni nella sua prima pagina, all'interno del "news feed". Chiunque può progettare un'inserzione e scegliere a chi mostrarla, ad esempio soltanto agli abitanti di una città all'interno di una fascia d'età predeterminata. In Italia sono connesse in media 13 milioni di persone al giorno al social network, come indicano i dati interni di Facebook. Secondo le stime della società d'analisi comScore ha conquistato nel 2011 il 27,9% del mercato degli annunci display negli Stati Uniti. E nell'anno in corso eMarketer prevede un fatturato di 5,78 miliardi di dollari dalle promozioni online, in aumento del 50% rispetto al 2011.

È un'area di competizione con altri colossi come Google, Microsoft, Yahoo!. Ma ha un asso nella manica: la sua moneta digitale, i "credits". Il progetto inizia con i videogiochi. Nella fattoria di FarmVille, ad esempio, gli utenti coltivano un campo virtuale: hanno bisogno di semi e attrezzi. Possono riceverli in modo gratuito attraverso il loro impegno nell'attività agricola. Oppure hanno a disposizione alcuni oggetti acquistabili con i "credits": per ottenere la moneta digitale devono pagare con carte di credito o prepagate, oppure con il credito telefonico. È una sorgente di fatturato che altri rivali non hanno. Ed è connessa con il suo ecosistema di applicazioni dove trattiene il 30% sulle transazioni economiche.

I videogiochi sono un punto di partenza. Facebook ha abilitato in alcune nazioni il noleggio di film, attraverso accordi con le case cinematografiche: il pagamento avviene con i "credits". In alcune città degli Stati Uniti sono i "credits" a permettere l'acquisto di buoni promozionali per ricevere sconti nei negozi. E abilitano pagamenti anche dai siti web esterni e dalle applicazioni per cellulari e altri dispositivi portatili (escluso il sistema operativo iOS di Apple). Inoltre Facebook ha accordi di partnership, a partire dal motore di ricerca Bing, lanciato da Microsoft: il gigante del software cinque anni fa aveva investito 240 milioni di dollari nel social network.

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