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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2012 alle ore 08:21.

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Sorpresa! L'archivio storico del teatro lirico più antico d'Europa è di moda tra i nativi digitali. Migliaia di giovani stanno visitando in questi giorni Memus, il Museo del Teatro San Carlo di Napoli, aperto solo cinque mesi fa. Memus, acronimo di Memoria e Musica, è la conferma di quanto sia produttiva l'integrazione tra le nuove tecnologie e il patrimonio culturale, anche negli ambiti apparentemente più lontani dai gusti della generazione dello smart phone. Il successo ha colto di sorpresa gli organizzatori che, per venire incontro alla forte richiesta, hanno dovuto prorogare la mostra in corso di due mesi, dal 30 marzo al 2 giugno.
Il museo nasce dalla volontà di recuperare e sistematizzare il patrimonio storico del San Carlo, mai esposto al pubblico in 274 anni di vita del teatro, ma usa le nuove tecnologie per sovvertire il concetto stesso di archivio. I vecchi documenti quasi trasfigurano e prendono vita grazie alla tecnologia, si reincarnano in un percorso a un tempo emozionale e conoscitivo. Niente teche polverose piene di carteggi o manichini con abiti di scena: qui si inforcano gli occhiali 3D e ci si immerge con tutto il corpo nelle scenografie di archivio rielaborate e animate dalla creatività di Studio Azzurro e Altieri associati. Toccando gli iPad inglobati in una console si sceglie quali foto di scena e bozzetti proiettare su un grande schermo e ci si può inviare le immagini preferite direttamente a casa tramite email. In un vecchio baule si fruga tra cimeli e registrazioni sonore sfiorando un grande touch-screen. Alle postazioni di computer i musicologi possono effettuare ricerche scientifiche nell'archivio in una navigazione "esperienziale" che seduce anche i profani.
A oggi si è arrivati a digitalizzare circa 20mila documenti tra cui le schede multimediali di tutti gli spettacoli rappresentati in teatro e curiosità come lettere inedite di Verdi e Toscanini. Per il momento è una documentazione consultabile solo dalle postazioni nel museo ma, assicurano, presto sarà disponibile sul web.
A inaugurare questo spazio rivoluzionario ricavato in alcune sale di Palazzo Reale attigue al Teatro, è la mostra Opera ad arte, Arte all'Opera. È una collezione di oltre 60 opere accompagnate da immagini e video di allestimenti curati da grandi artisti contemporanei tra cui Romain Erté, Domenico Purificato, Arnaldo Pomodoro, Valerio Adami, William Kentridge, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Anselm Kiefer e Robert Rauschenberg. Il museo e la mostra sono stati concepiti da Laura Valente, musicologa, responsabile del comitato scientifico, Nicola Rubertelli, scenografo e membro del comitato scientifico, Giusi Giustino costumista, membro del comitato scientifico, e Giulia Minoli, coordinatrice del museo e della mostra. A loro il merito di aver portato a termine un progetto considerato uno dei più importanti d'Europa nell'innovazione tecnologica museale.
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