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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2012 alle ore 20:03.

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La finta Angela Merkel, gli impostori di twitter e il conto alla rovescia di ObamaLa finta Angela Merkel, gli impostori di twitter e il conto alla rovescia di Obama

Se non stai su Twitter, sei "out". Non la pensa così Angela Merkel, la quale non ha alcuna intenzione di iscriversi al popolare sito di microblogging, nonostante l'invito ufficiale ricevuto dai vertici.
La cancelliera tedesca, che si trova invece su Facebook (dove conta 114mila fan), ha ricevuto a Berlino il co-fondatore Jack Dorsey, dopo che lui aveva espresso sulla sua pagina il desiderio di vedere Merkel unirsi ad altri grossi nomi presenti su Twitter, tra cui il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il primo ministro David Cameron. «Appena atterrato a Berlino per una visita alla cancelliera Angela Merkel», aveva twittato Dorsey, sottolineando che «il mondo ha bisogno di lei su Twitter».

Su Twitter, oltre a una serie di ben riusciti fake di Merkel, c'è però il portavoce della cancelliera, l'ex anchorman Steffen Seibert. Nel corso di una chat in tempo reale di 45 minuti con i suoi followers sull'argomento, Seibert ha spiegato che la donna più potente del mondo secondo Forbes non ha interesse a usare il sito personalmente. «Rimarrà il fatto che in quanto portavoce del governo sarò io a twittare sul lavoro della cancelliera», ha scritto Seibert, aggiungendo che frau Merkel ha comunque accesso a qualsiasi cosa importante su Twitter tramite lui.

Dorsey ha poi comunque commentato in un messaggio sul suo profilo che la cancelliera «ama gli sms e ha una grande mente scientifica: sempre curiosa». La finta Angela Merkel ha cinguettato, ironica, poco dopo: «Per fortuna che Jack (Dorsey) se n'è andato. È molto più interessante su Twitter che nella vita reale. Un po' come me». La finta Merkel, va da sé, nell'elenco dei suoi contatti ha incluso soprattutto veri capi di Stato e primi ministri.

Tra questi, il presidente francese, Nicholas Sarkozy, è sbarcato su Twitter da poco e ha una pagina ufficiale: con il suo arrivo sono scomparsi molti imitatori che inviavano dichiarazioni a suo nome. Ma presto altri sono riapparsi. Segue gli aggiornamenti di circa 4900 persone. Il premier inglese David Cameron, invece, comunica attraverso il profilo "Number10gov", dal nome della residenza londinese del primo ministro al dieci di Downing Street. E vanta non pochi falsi.

Svetta il numero uno della Casa Bianca, Barack Obama: nella sua pagina appare un conto alla rovescia per le prossime elezioni e un breve testo avvisa che ad aggiornare il profilo è il suo staff. Segue 681mila persone. A ricevere i suoi messaggi, invece, sono tredici milioni di utenti. All'opposto il capo di Stato del Ruanda, Paul Kagame: ha deciso di non includere nessuno nella sua lista di contatti, ma risponde di frequente alle domande di altre persone su twitter.

In Italia con il varo del governo Monti ha aperto la strada il ministro degli Esteri, Giulio Terzi: invia i suoi messaggi per comunicazioni ufficiali che arrivano al momento in tempo reale a circa 19mila iscritti. Anche il titolare del dicastero dell'Ambiente, Corrado Clini, ha aperto un profilo e segue, tra gli altri, le informazioni pubblicate dalla Commissione europea e dall'Agenzia europea dell'ambiente (Eea).

Il premier Mario Monti non è su Twitter: è un impostore "MarioMonti5" e risulta falso anche "Pchigi". Tra i politici in Parlamento, Pierferdinando Casini è stato tra i primi a esplorare il social network: ha una pagina "verificata" con certificato che ne stabilisce l'autenticità, come altri politici italiani. Franco Frattini da ministro degli Esteri alla fine del 2010 seguiva altre tre persone: ha allargato la sua cerchia a 129. Tra i segretari, Pierluigi Bersani del Pd è iscritto agli aggiornamenti di 38500 persone, Angelino Alfano restringe il campo ai messaggi inviati da 169 utenti.

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