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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2012 alle ore 11:13.

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È arrivato come una meteora tra i social network e in pochi mesi ha conquistato l'attenzione: Pinterest sarà presto anche un'applicazione software da sfogliare su iPad. E annuncia un restyling. Nella sua bacheca gli utenti raccolgono immagini e video di luoghi, oggetti di design, alimenti, abitazioni. Sono organizzati in piccole fotografie rettangolari, i "pin", come se fossero appuntati su una superficie di sughero con uno spillo. E diventano il punto di partenza di un meccanismo interattivo: gli iscritti possono segnalare le immagini viste nella bacheca attraverso un "repin", simile come idea all'"inoltra" della posta elettronica.

A lanciare il social network visuale è stato un ex dipendente di Google, Ben Silbermann, 29 anni: appassionato di collezionismo, fonda la sua startup che debutta in sordina due anni fa con un finanziamento iniziale di mezzo milione di dollari. Per mesi è passato quasi inosservato fuori dagli Stati Uniti. Poi il rapido decollo. A segnalare l'ascesa improvvisa sono state lo scorso gennaio le rilevazioni della società d'analisi comScore: aveva scoperto che Pinterest era il social network con la crescita più alta durante il 2011, superiore in percentuale anche a Facebook.

L'ondata di pubblico ha infranto presto le barriere. Gli iscritti trascorrono circa 89 minuti al mese sulle sue pagine. Superano il tempo speso in altri spazi sociali su internet, come twitter, Google+, LinkedIn. La sua bacheca ha un confine aperto, esplorabile verso il basso per vedere un mosaico di immagini in continua espansione. I "pin" possono essere commentati: innescano discussioni tra gli utenti. Le rilevazioni di RJMetrics stimano che la categoria più rappresentata siano le abitazioni (17,2%), seguite da artigianato (12,4%) e moda (11,7%). Ma conquista terreno l'alimentazione. Per le aziende è diventata una vetrina, costruita in pagine proprie oppure in modo spontaneo dagli utenti.

La catena Whole Foods mostra prodotti che il pubblico commenta e segnala ad altri. Il sito web d'informazione Mashable raccoglie in una pagina i suoi grafici creativi. Il Museum of modern art di New York espone alcune opere della sua collezione. Architetti, designer, stilisti, fotografi archiviano le loro raccolte tematiche di immagini. E i loro aggiornamenti possono essere visti in modo automatico dagli utenti.

Pinterest è accessibile anche da Facebook. Nelle pagine del social network ha 11,9 milioni di utenti mensili secondo AppData: il 97% dei fan sono donne. È una quota rosa che ha conseguenze nelle destinazioni dei visitatori in uscita verso altri siti web. A beneficiarne sono stati, ad esempio, alcuni settimanali femminili, come Elle Décor e Martha Stewart: è diventato la prima sorgente di traffico. Ma ha infranto presto altri limiti. Ai blog porta più lettori del social network twitter. È collegato a un universo di piccoli negozi di artigianato e prodotti locali. Ha come principale fonte di fatturato la sua capacità di convogliare traffico su siti web dove gli utenti acquistano prodotti.

L'ascesa del social network ha innescato presto competizioni. Flickr, ad esempio, è una comunità per condividere immagini: diventa una naturale sorgente di "pin" per Pinterest. Ma ha varato uno strumento che permette ai suoi utenti di escludere l'invio verso bacheche esterne. E in seguito è arrivato anche il tag ufficiale "nopin": i siti web che lo adoperano possono impedire in questo modo che la sua fotografia sia riutilizzata da altri. Pinterest ha inoltre in cantiere il rilascio di strumenti informatici per l'integrazione con archivi di video come Vimeo.

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