Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2012 alle ore 13:01.

My24

Quattro milioni di euro in un anno: a tanto ammonta il risparmio che la città tedesca ha potuto iscrivere a bilancio per il 2011 alla voce costi per la gestione dei sistemi informatici.

È stato lo stesso sindaco di Monaco di Baviera, Christian Ude, ha rivelare pubblicamente il risultato conseguito migrando migliaia di computer da Windows a Linux e utilizzando la suite OpenOffice al posto del tradizionale pacchetto di produttività per l'ufficio di Microsoft. Più precisamente l'amministrazione locale ha evitato di dover spendere per rinnovare 15mila licenze di Office e 7.500 del sistema operativo di Redmond).

I software open source, dunque, generano efficienza e nel caso in questione hanno permesso di tagliare di un terzo la spesa destinata all'It. Gli investimenti necessari per l'acquisto di nuove licenze di Windows e l'aggiornamento dei sistemi esistenti sarebbero arrivate infatti a superare i 15,5 milioni di euro (la spesa si è fermata invece a 11,7 milioni) e ulteriori 2,8 milioni sarebbero stati necessari nell'arco dei prossimi tre/quattro anni per il rinnovo delle licenze software di circa 10mila Pc.

Con Linux, invece, è stato possibile riutilizzare hardware un po' datato (e quindi evitare l'acquisto di 7.500 nuovi computer) e – questa almeno l'assicurazione fornita dal primo cittadino - ridurre da 70 a 46 il numero di richieste di assistenza mensili per il supporto tecnico all'help desk. E anche i costi relativi alla riqualificazione degli impiegati comunali e i costi collegati al porting delle applicazioni è rientrato, a quanto si è appreso, in una logica di saving molto importante.

C'è però una precisazione da fare, e non di poco conto. Monaco è stata la prima delle grandi città europee a sposare il verbo dell'open source con il Project LiMu, concretizzando il cambio di rotta e la rinuncia a Windows nell'autunno del 2006 dopo un travaglio durato circa due anni per problemi di vario genere legati alle licenze di Linux.

Nel 2008, però, solo 1.200 dei 14mila computer interessati dal progetto (la fonte è Wikipedia) erano migrati in ambiente LiMux, la cui distribuzione si basa sul codice aperto di Debian Sarge. E per una ragione ben precisa e resa pubblica circa un anno fa dal responsabile del progetto, Florian Schiessl, che ammise sul proprio blog personale come alla base degli sprechi c'era l'evidente disorganizzazione dell'intera infrastruttura It del comune di Monaco di Baviera. E non tanto il fatto che venissero utilizzati software e soluzioni proprietarie (Microsoft) anziché soluzioni e software open source.

Il sindaco bavarese, a quanto pare, ha però tirato dritto sulla strada di Linux e i risultati oggi lo premiamo. Lo stesso primo cittadino, del resto, è un fiero sostenitore del software libero e non più tardi dello scorso dicembre si fece portavoce di un accorato messaggio indirizzato al Commissario Europeo per l'Agenda Digitale, Neelie Kroes. Tutti i notebook utilizzati dai funzionari europei dovrebbero avere installato LibreOffice o OpenOffice – questa l'ipotesi ventilata da Ude – e di pari passo la Ue dovrebbe continuare ad impegnarsi nell'utilizzo di standard aperti e software libero per la gestione di tutti i documenti delle pubbliche istituzioni dell'Unione.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi