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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2012 alle ore 08:36.

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C'era un tempo in cui Nokia era il campione incontrastato dei cellulari e, solo qualche anno prima, in cui Sony era sinonimo di tv di alta qualità. Sono bastati pochi anni perché la situazione cambiasse completamente, così come tra i motori di ricerca Google ha surclassato Yahoo. Ora il colosso finlandese deve subire il sorpasso di Samsung nelle vendite di telefonini, mentre la casa giapponese perde il primato nelle televisioni negli Stati Uniti, dove ancora resisteva. A favore di chi? Anche in questo caso dei coreani di Samsung, che hanno saputo cavalcare fin dall'inizio l'innovazione delle tv ultrapiatte.

Per i due marchi le ultime sono state giornate complesse. Nokia ha lanciato un nuovo profit warning di fronte all'erosione delle quote di mercato e della marginalità, vedendo le sue azioni scivolare ai minimi dal '97. Per di più è stata penalizzata da un bug emerso nel Lumia 900, il modello che doveva rappresentare il rilancio negli Usa.

Non c'è dubbio che i finlandesi abbiano sottovalutato fin dall'inizio la rivoluzione rappresentata dall'iPhone e dal nuovo modello di cellulare sempre connesso. Così la vecchia piattaforma Symbian non si è dimostrata all'altezza della novità e l'alleanza con Microsoft per Windows Mobile è risultata tardiva agli occhi del mercato per recuperare terreno nella fascia alta degli smartphone, quella più ricca in termini di redditività. E nella parte più bassa ha dovuto subire l'offensiva dei produttori low-cost con Android. Storia analoga per Sony, che di fronte all'innovazione degli schermi Lcd non ha saputo rinnovarsi e ha perso terreno a favore dei coreani, Samsung in primis ma anche Lg. Il gruppo nipponico ha dovuto così mettere mano a una nuova, pesante ristrutturazione prevedendo per l'anno in corso perdite record da 6,4 miliardi di dollari.

In entrambi i casi le aziende non hanno saputo insomma mantenere il passo dell'innovazione tecnologica che cambia rapidamente per il consumatore ma anche per i produttori, dimostrando anche un certa resistenza al cambiamento. Basti pensare che Sony aveva inventato la musica in mobilità – ricordate il Walkman? –, ma poi non ha saputo coniugare quell'innovazione con il digitale. Lasciando così campo libero ad Apple e al suo iPod.

Non è un caso che, pur orfana di Steve Jobs, la casa della Mela continui a mietere successi, che si riverberano in una capitalizzazione di Borsa che ha superato i 600 miliardi di dollari, trenta volte la Sony. E Samsung prevede un risultato operativo ancora record per il primo trimestre dell'anno, trainato dalla divisione cellulari, dove gli smartphone oggi valgono il 30% ed entro l'anno arriveranno al 50. Kazuo Hirai, il nuovo Ceo di Sony, ha annunciato una strategia di rilancio incentrata sul business mobile e che potrebbe addirittura fare a meno delle tv. L'anno scorso ha rilevato la quota rimanente della joint Sony Ericsson nei cellulari. Ma dovrà dimostrare di saper riprendere a breve il treno della tecnologia. Se no potrebbe essere troppo tardi.

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