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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2012 alle ore 15:40.

La notizia che Facebook stia preparando un motore di ricerca interno più efficiente di quello attuale è rimbalzata di recente sul Web. Questo intervento migliorerebbe una delle funzioni forse più deboli del social network, non ancora così preciso nel trovare le informazioni nel mare magnum dei contenuti pubblicati e condivisi dagli iscritti. Genera più scalpore scoprire che l'azienda guidata da Mark Zuckerberg stia meditando di acquistare Bing da Microsoft per sviluppare questo progetto.
A dare l'anticipazione è Gary Kaminsky, esperto finanziario, durante una trasmissione sul canale Cnbc negli Stati Uniti. Stando alla dichiarazione, peraltro riportata anche dal sito Barron's, Microsoft starebbe valutando l'ipotesi di cedere il suo motore di ricerca a Facebook addirittura prima dell'approdo di quest'ultimo al Nasdaq, previsto per il prossimo maggio. In concreto si potrebbe trattare di uno scambio: Bing per una quota azionaria in Facebook, che andrebbe alla società di Redmond. Peccato che Kaminsky non abbia voluto dare ulteriori precisazioni né indicare fonti o conferire maggiore spessore la storia, tutt'altro che incredibile.
Il motore di ricerca made in Microsoft è nato con l'ambizioso tentativo di opporsi allo strapotere di Google nelle ricerche on-line, utilizzate anche come veicolo per la pubblicità sul Web, mercato che fa gola a molte aziende ma che per ora il gigante di Mountain View e pochi altri sembrano aver trovato il modo per generare fatturati record. Non è un caso che Bing faccia perdere "2,5 miliardi di dollari all'anno a Microsoft, pari al 7 per cento di incidenza sul margine operativo", spiega Rick Sherlund di Nomura Equity Research. La cessione, in licenza o in blocco, di questo servizio a Facebook potrebbe così generare un flusso positivo verso la società di Steve Ballmer che si manterrebbe operativa nell'advertising procedendo a braccetto insieme con il social network, che ha sfondato quota 3 miliardi di dollari nel 2011, si appresta a superare i 5 miliardi di dollari quest'anno e ha nel mirino i 7 miliardi di dollari nel 2013. A conti fatti, per Microsoft sarebbe un affare perché sbloccherebbe un segmento di attività ancora da far crescere in modo opportuno con un investimento relativamente basso.
L'operazione, se vera, potrebbe avvenire in concomitanza con la quotazione ufficiale di Facebook e genererebbe un controvalore tra l'1 e il 2 per cento di azioni destinate a Microsoft; non poco, considerando che la capitalizzazione del social network si ipotizza sarà tra 75 e 100 miliardi di dollari. Se così dovessero stare le cose, una delle prime conseguenze riguarderebbe la rivalutazione della partnership tra Microsoft e Yahoo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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