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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2012 alle ore 22:31.
«Tutte le notizie che meritano di essere pubblicate»: è il motto scelto dal New York Times l'anno successivo alla sua fondazione, e ancora pubblicato sulla prima pagina del quotidiano. Ma per le startup che in Europa puntano sul giornalismo online la strada sembra più complessa. Anzi, «sopravvivere è un successo», segnala una ricerca del Reuters institute for the study of journalism condotta in tre nazioni: mostra che hanno elaborato «differenti tipi di qualità» nella produzione dell'informazione, ma la sostenibilità economica resta un traguardo fragile. Dall'analisi risulta che se la cavano le imprese capaci di conservare costi bassi, trovare fonti di reddito alternative alla pubblicità su internet e conquistare la fiducia delle nicchie di lettori.
La Francia emerge come laboratorio di sperimentazione. Mediapart, ad esempio, ha un focus sulle inchieste investigative e ha convinto 58mila lettori a sottoscrivere un abbonamento: il direttore, Edwy Plenel, stimava lo scorso gennaio un fatturato di cinque milioni di euro nel 2011, per la prima volta positivo al netto delle spese. Rue89, invece, trova la sua audience soprattutto fra i 30enni orientati a sinistra, ma ha preferito stringere un'alleanza con il settimanale Nouvelle Observateur.
In Germania le imprese giornalistiche ai primi passi devono confrontarsi con inserzionisti che investono su grandi numeri e con la capacità dei media tradizionali di presidiare anche l'informazione online. Eppure a farsi strada è stato, ad esempio, Perlentaucher, diventato un "giornale di giornali" e specializzato nella raccolta di recensioni dei libri pubblicate dai quotidiani. Altri, invece, faticano a trovare sostenibilità sul suolo tedesco.
L'Italia sconta un ritardo rispetto alle altre due nazioni e ha una popolazione online più limitata. Secondo la ricerca, il Post, per esempio, è riuscito a coinvolgere i blogger e punta su aree meno esplorate dai media tradizionali. Lettera43 ha il pubblico online più ampio fra i tre esaminati: prevede edizioni verticali e ad accordi di distribuzione dei suoi articoli. Linkiesta scommette sul reporting investigativo e sulle sottoscrizioni a pagamento.
«Migliaia di fiori sbocciano nel giornalismo online dell'Europa occidentale, ma la maggior parte ha difficoltà a sopravvivere», ricordano gli autori dello studio, Rasmus Nielsen, del Reuters institute for the study of journalism e Nicola Bruno, cofondatore di Effecinque. Negli Stati Uniti l'ampiezza del mercato ha contribuito al decollo delle startup orientate alle news. Alcune hanno anche varcato l'Atlantico, come Huffington Post. In Europa, osserva la ricerca, le dimensioni più limitate delle nazioni e la differenziazione dei media tradizionali ha ridotto il territorio di crescita.
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